La sindaca di Resia Anna Micelli: «Non possiamo permetterci di perdere la scuola»
«Abbiamo una prospettiva chiara sul nostro futuro e la scuola non possiamo perderla. Verificheremo tutte le strade praticabili, pur di realizzarla».
La sindaca di Resia Anna Micelli ha la determinazione pacata di una comunità che da mille anni riesce a mantenere viva e a tramandare una lingua che non ha eguali nei territori friulani limitrofi, con musiche, tradizioni, credenze uniche e tutt’oggi vivissime. Perciò, la scommessa di una scuola nuova in questo piccolo paese di 945 residenti non è un’ipotesi irrealistica.
Sindaca, una battaglia così decisa per quanti bambini?
«Attualmente abbiamo 52 bambini, dall’infanzia alla scuola secondaria di primo grado».
E il progetto per la nuova struttura che avete presentato in Regione per accedere ai fondi previsti per l’edilizia scolastica, è di 4,8 milioni. Le pare un buon rapporto?
«In altra forma è la domanda che ci sentiamo rivolgere costantemente: ma perché non portarli in un centro vicino più popoloso, cosa vi costa qualche chilometro in più? Costa eccome, perché il punto non è qui o a pochi chilometri di distanza, ma qui o l’emigrazione della famiglia in un centro lontano, in cui può agevolmente fruire di tutti i servizi».
Quindi?
«La nostra è una scelta per la vita delle comunità e delle valli alpine. Non si può fare convegni sullo spopolamento delle terre alte e poi alzare muri di fronte a un progetto che consentirà di trattenere qui le giovani famiglie e le nuove generazioni. Traiamo forza da tutti coloro che ci hanno preceduto, che non hanno avuto una vita facile, ma che non si sono mai arresi e ci hanno tramandato un patrimonio studiato in tutto il mondo. Vogliamo che queste risorse restino vive perché vissute e praticate quotidianamente, non perché ben conservate in qualche museo».
L’intitolerete la “Scuola nel Parco”: perché?
«La metà dei 10mila ettari del Parco delle Prealpi Giulie è in comune di Resia e la sua sede è a Prato: siamo nel bel mezzo della Riserva Biosfera Mab Unesco. Se la scuola è contenuti, qui sarà possibile formare bambini e ragazzi in modo molto completo perché possano conoscere a fondo e vivere questo territorio».
Attualmente a Resia c’è un edificio scolastico, costruito subito dopo il terremoto del 1976 e progettato per una popolazione di 180 studenti.
«Effettivamente la scuola c’è. Si tratta di un edificio sovradimensionato per le esigenze attuali e, soprattutto, che necessita di interventi imponenti per poter essere considerato a norma. Le accurate analisi svolte portano alla conclusione di mettere mano a una nuova costruzione, piuttosto che riattare l’esistente».
Resterà una cattedrale nel deserto?
«No, perché il problema ce lo siamo posti e abbiamo già una visione al riguardo. Se non sarà più adibito a scuola, e quindi non sarà edificio strategico, l’intervento di messa a norma sarà meno oneroso. Sarà possibile recuperarlo per destinarlo ad attività imprenditoriali, in connessione con l’area produttiva limitrofa».
E se non arriveranno i fondi regionali per la “Scuola nel Parco”?
«Partiamo da una certezza: la scuola non possiamo perderla. Lavoreremo in tutte le direzioni possibili, dalla raccolta fondi ai canali europei, per continuare a dare vita alla montagna e alla nostra valle assicurando ai bambini e ai ragazzi un’adeguata formazione a Resia».