Siagri: «Fare imprese in montagna è stimolante, basta piangersi addosso»
“Penso che dobbiamo smettere di piangerci addosso e pensare che la montagna debba per forza essere un luogo con possibilità minori, svantaggiato, o con scarse potenzialità imprenditoriali e di sviluppo economico. Serve lavorare e bene, ognuno nel proprio piccolo, partendo dalla propria attività che sia una piccola o media azienda. Nel quotidiano: credendoci e portando ricchezza nel territorio”.
Sono le parole di Roberto Siagri, presidente del Carnia Industrial Park, che crede nelle possibilità attrattive del territorio montano: “Io qui ho costruito, a dispetto di tutto e tutti, Eurotech – dice l’ex presidente e ad dell’azienda di Amaro -. Mi davano del pazzo, eppure, ci ho creduto, ho lavorato sodo e ci sono pure riuscito. Il mio è solo uno dei tanti esempi. Ciò che manca al territorio sono i giovani imprenditori che ci credono: persone che hanno voglia di investire in aree solo in apparenza considerate poco vantaggiose. Sicuramente servono infrastrutture digitali, la loro implementazione e messa in funzione va accelerata, non possiamo più permetterci i ritardi del pasato. Dal punto di vista accademico, in Friuli Venezia Giulia, oltre a due Atenei e vantiamo la Sissa e l’ICTP, non ci manca nulla. Abbiamo tutte la carte in regola per divenire potenzialmente attraenti per qualsiasi impresa possa decidere di investire sul territorio. Da un punto di vista etico: crederci per davvero è essenziale. Non si può pensare di credere in un territorio senza sviluppare ricchezza per esso, e senza sfruttarne a fondo tutte le potenzialità. Solo così potrà crearsi un circolo virtuoso”.
Il Consorzio di sviluppo industriale della Carnia conta circa 200 aziende insediate. Il numero è in crescita, con il riordino dei parchi di ricerca Friuli Innovazione prenderà il posto di Innova FVG e si rivitalizzeranno le attività di innovazione nell’area montana declinando le tecnologie del digitale a supporto di nuove imprese e delle imprese locali
“Fare impresa in montagna non solo è possibile ma è anche stimolante – dice Siagri -. Nella consapevolezza che è possibile lavorare in un ambiente naturale che conduce alla creatività, con una qualità della vita molto alta. Valori che ad oggi, durante e dopo la pandemia, stanno tornando ad essere preponderanti. Le grandi città si stano spopolando di coloro che prima lavorano in ufficio; oggi, molti di loro sono in smart working, o comunque lavorano da remoto. Ed operare da remoto, lo abbiamo capito, crea molto più benessere, poterlo fare in un ambiente naturale migliore, come appunto lo è la montagna, che non è più il luogo emarginato di una volta grazie all’avvento della produzione digitale e dei conseguenti nuovi modelli di sviluppo. Una montagna che così può riassumere una centralità che la produzione industriale gli aveva tolto”, conclude Siagri.