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D’Agaro investe in montagna da 90 anni «ma per restare competitivi servono le infrastrutture»

Le infrastrutture fisiche e immateriali sono un asset indispensabile per le aziende, immaginarsi per quelle che vogliono continuare a fare impresa in montagna, dove sono nate. È proprio su questo aspetto, perciò, che Autotrasporti D’Agaro, da 90 anni in Carnia, punta l’attenzione quando racconta cosa voglia dire fare gli imprenditori in zona montana. «Comporta maggiori costi», afferma senza mezzi termini Angelo D’Agaro, che guida la società insieme ai figli Stefano e Angela, e «per rendere strategica l’area servirebbero vie di comunicazioni migliori rispetto alle attuali». Angelo D’Agaro ha l’autotrasporto nel Dna, è il core business dell’azienda e le sue osservazioni non restano generiche, si fanno subito ancor più puntuali. «Ciò che rende a mio avviso poco attrattiva la zona montana sono le strade, specialmente in Carnia, a basso tasso di scorrevolezza». Il riferimento ancor più specifico è al tratto Villa Santina-Sappada della SR 355, in pratica la porta montana verso il Veneto e l’Alto Adige. 

Il fare impresa, insomma, non è solo legato all’idea, alla volontà e alle capacità di investimento e innovazione dell’imprenditore. Il contesto è estremamente importante, non di rado determinante. La viabilità in montagna è chiaro che deve fare i conti con l’ambiente e trovare il giusto equilibrio tra economia ed ecosistema, ma le possibilità di azioni ci sono. A dimostrarlo è la stessa D’Agaro, che della sostenibilità ha fatto uno dei suoi punti qualificanti. 

Un impegno non di poco conto per un’azienda di autotrasporto. Eppure, Autotrasporti D’Agaro è stata antesignana nell’uso dei software per la gestione delle flotte e oggi gestisce in tempo reale il controllo dei suoi mezzi, riducendo in tal modo i consumi e quindi l’inquinamento, a favore dell’ambiente e dell’uomo. Innovativo e pienamente integrato nell’ambiente circostante anche il nuovo centro direzionale. Due milioni di investimenti per continuare un’attività che non ha avuto flessioni durante la pandemia, in virtù di un processo di diversificazione e di una domanda aumentata anche attraverso l’e-commerce. Tutto nella nuova sede parla del territorio con il quale l’azienda convive da quasi un secolo. Persino i marmi usati sono rigorosamente carnici. 

La richiesta di maggiori infrastrutture, quindi, giunge da un’impresa che ha dimostrato e sta dimostrando di continuare a voler restare in montagna, cercando generazione dopo generazione di trovare il giusto equilibrio tra salvaguardia dell’ambiente e possibilità dell’uomo di viverci con soddisfazione. 

Il nuovo quartier generale della società ad Amaro, che vanta una flotta di 44 mezzi ad alto tasso green, è una nuova porta d’ingresso al Carnia Industrial Park e il risultato di 2 milioni di investimenti che si sono trasformati nel pieno della pandemia. I progetti di consolidamento e di ampliamento in azienda non si sono, infatti, mai fermati, tanto che il fatturato 2020 chiude in linea con quello del bilancio 2019 – 5,5 milioni – e con la tenuta dei livelli occupazionali.