Ecco la turbina della diga di Sauris donata all’Università di Udine
Una turbina in servizio dal 1948 per oltre 40 anni alla diga di Sauris è stata donata all’Università di Udine dalla società A2A, proprietaria dell’impianto carnico. Si tratta della girante, l’elemento rotante, di una turbina Pelton, che è stata collocata sul lato nord est dell’entrata del polo scientifico dell’ateneo (via delle Scienze 206 a Udine). Il recupero, restauro e installazione della turbina consentirà ora di valorizzare la macchina che, dopo la conclusione della sua fase operativa, potrà essere messa a disposizione di studenti e ricercatori a scopo didattico.
Il manufatto pesa 1,7 tonnellate, è lungo 3,5 metri, con la girante ad asse orizzontale di 1,5 metri di diametro, ed è dotata di 17 pale e di un distributore a un getto. La turbina stata realizzata tra il 1943 e il 1944 dall’officina meccanica “Società Anonima Alessandro Calzoni” di Bologna.
È il terzo esemplare di archeologia industriale che va ad arricchire la “collezione” di turbine in mostra all’esterno del polo scientifico dell’ateneo friulano. È la seconda del tipo Pelton, mentre l’altra è un gruppo turbina Francis-alternatore. Tutte e tre provengono da centrali idroelettriche del Friuli Venezia Giulia.
Oggi, all’inaugurazione della turbina, hanno partecipato, per l’Università di Udine, il rettore Roberto Pinton e il suo predecessore, Alberto De Toni; il direttore del Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura, Marco Petti; il professor Piero Pinamonti, che ha progettato e coordinato la valorizzazione della turbina e il direttore generale, Massimo Di Silverio. Per A2A, Mauro Codutti, di Impianti idroelettrici della società energetica. Per la ditta “Sea snc” di Remanzacco, che si è occupata delle operazioni tecniche, era presente il titolare Giovanni Casarin, che assieme al padre Augusto dirige l’azienda.
La turbina Pelton faceva parte del gruppo di emergenza della diga, per l’azionamento diretto di una pompa per il comando delle paratoie della struttura. Una volta dismesso a seguito dell’ammodernamento dell’impianto, il macchinario è stato esposto per un decennio davanti al municipio del Comune di Bordano. Quindi è stato donato all’ateneo che ha attivato un progetto di recupero e restauro, analogo a quello attuato con le altre due turbine, nell’ambito delle attività del Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura.
La turbina Pelton è una macchina ad azione che funziona come la classica ruota a pale dei mulini. L’acqua viene indirizzata dal distributore verso le pale (a forma di due cucchiai appaiati) della girante che trasforma l’energia cinetica dell’acqua in energia meccanica. Può sviluppare una potenza di 55 megawatt (24 cavalli vapore), la sua portata minima è 180 litri al secondo, ha una caduta utile da 20 a 90 metri, e una velocità variabile da 190 a 405 giri al minuto.
Le turbine Pelton, con giranti simili a quella ora in mostra all’Università di Udine, sono tutt’ora all’opera nella centrale di Ampezzo, alimentata dalla diga di Sauris. Per importanza, si tratta del secondo impianto idroelettrico in Friuli Venezia Giulia, dopo quello di Somplago. La diga di Sauris, sul torrente Lumiei, ricorda una importante opera ingegneristica per la storia industriale regionale. Infatti, all’epoca della sua entrata in funzione, nel 1948, con i suoi 136 metri di altezza era la più alta d’Europa e fra le più alte del mondo.
Il rettore Pinton ha ringraziato A2A «per il dono della turbina che – ha detto –, per decenni ha servito un impianto per generare energia decisiva per ricostruire il Friuli e il Paese dopo la seconda guerra mondiale». Un macchinario, ha aggiunto il rettore, «che ben si colloca nel contesto del polo scientifico del nostro ateneo, a disposizione di studenti, docenti e visitatori, simbolo delle capacità tecniche che si possono raggiungere grazie anche e soprattutto alla ricerca scientifica e alla sperimentazione, in stretto collegamento con il sistema industriale».
Il gruppo A2A, che in provincia di Udine gestisce le centrali idroelettriche di Ampezzo e Somplago, ha sottolineato come la donazione di questa turbina consolida il sodalizio tra la società energetica e l’Università di Udine e il forte legame che A2A ha da sempre instaurato con il territorio friulano.
Il professor Pinamonti, già ordinario di Macchine e Sistemi energetici, ha «ringraziato vivamente il rettore che ha creduto e sostenuto il progetto, A2A sempre disponibile per una fattiva collaborazione con l’Università, e la Sea, nelle persone di Augusto e Giovanni Casarin, che come sempre hanno dedicato tempo e passione per restaurare in modo ammirevole il macchinario».
«Credo che lo sforzo fatto – ha aggiunto il professor Pinamonti – sia ripagato dal poter ammirare questo manufatto che costituisce un magnifico esempio didattico per i nostri studenti che possono vedere “dal vero” come sono fatte le diverse macchine, ricordando nel contempo la storia industriale della nostra regione».
Giovanni Casarin, della ditta Sea, ha infine illustrato le varie fasi del recupero e del restauro della turbina, installata in collaborazione con l’Ufficio tecnico dell’ateneo.