Gemona, due eventi collaterali alla mostra “Serenissima porta d’Oriente”
Anzitutto l’incontro con la storia, e in particolare quella locale, spesso oggetto di attenzioni specialistiche e talvolta custodita soltanto nelle aule universitarie. Una riscoperta nutrita e stimolata dal desiderio di potervi scorgere le fondamenta della società attuale e di poter disporre di solide chiavi interpretative per guardare alla contemporaneità, che tante complesse sfide ci sta ponendo. E poi l’incontro con l’alterità culturale, antropologica, etnografica, religiosa e sociale – tanto nel passato quanto nel presente – con l’obiettivo di reimparare a misurare vicinanze più che distanze.
“Una missione – afferma l’assessore alla cultura Flavia Virilli – che il Comune di Gemona del Friuli ha voluto sostenere e promuovere con la mostra “Serenissima porta d’Oriente. Dal Friuli alla Cina sulle orme di Basilio Brollo da Gemona” e che, a un mese dall’inaugurazione dell’esposizione presso la prestigiosa sede del Castello cittadino e a oltre un migliaio di visitatori, si rinnova, presentando due appuntamenti per stimolare riflessioni e approfondimenti sul senso storico e culturale dell’incontro e in particolare di un incontro accaduto quattro secoli or sono”.
Infatti, è il 18 ottobre 1680 quando, in risposta alla rinnovata spinta missionaria promossa dalla Sacra Congregatio de Propaganda Fide, padre Basilio Brollo prende la via dell’Oriente: destinazione: Canton, Cina. Il confronto con un popolo così legato alle proprie tradizioni, alla propria cultura, ai propri valori fu banco di prova per l’ingegno e il brillante intelletto di Brollo: nel 1684 il padre confessò umoristicamente la confusione causatagli dai diversi idiomi coi quali dovette cimentarsi in Cina «Sia benedetto Iddio, che per sua pietà m’ha veramente ridotto per forza al stato di fanciullo, che niuna lingua, nè meno la propria sa parlare». Lontano da quella rigidità che aveva spesso caratterizzato la prassi missionaria di molti dei suoi predecessori padre Brollo comprese che era possibile trovare un punto di equilibrio mettendosi volutamente fuori equilibrio, percorrendo vie nuove, abbracciando con lo sguardo e con la mente quei nuovi panorami che gli si presentavano innanzi, allenandosi ad adattarsi a realtà nuove e inconsuete. Una lezione di vita straordinariamente contemporanea.
Fu così che nacque il primo dizionario sinico-latino della storia, dall’intuizione geniale che la conversione vera e duratura può nascere solo dalla consapevolezza e che la consapevolezza può nascere solo dalla comprensione e dal dialogo.
In questo viaggio lungo quattro secoli di storia ci saranno due ospiti d’eccezione.
Il 9 luglio alle ore 21 presso il sedime della Chiesa della Madonna delle Grazie di Gemona Giada Messetti, presentata da Maurizio Mattiuzza – poeta e scrittore friulano -, scatterà una fotografia della Cina contemporanea, partendo dalla figura di Basilio Brollo fino ad arrivare ai giorni nostri, affrontando anche il tema dello spostamento degli equilibri geopolitici mondiali.
Giada Messetti, sinologa, laureata in cinese all’Università di Venezia con una tesi su Padre Basilio Brollo (in pubblicazione), nel 2005 si trasferisce a Pechino dove lavora per le principali testate italiane – Rai, Corriere della Sera, Repubblica, Radio Popolare, Diario – fornendo contenuti informativi e logistici. Rientrata in Italia nel 2011, collabora con importanti trasmissioni radio e tv nazionali per poi approdare alla scrittura televisiva vera e propria. Attualmente è autrice del programma di Rai3 “#Cartabianca”. Per Strade Blu Mondadori a marzo 2020 ha pubblicato “Nella testa del Dragone – Identità e ambizioni della Nuova Cina”, un saggio divulgativo sulla Cina che fotografa il presente e il futuro di un paese sempre più decisivo sullo scacchiere globale. Si è rivelato un successo editoriale. A queste attività affianca quella di mediatrice e relatrice per eventi e convegni e di opinionista in radio e TV su temi relativi alla Cina.
Ad accompagnare l’apertura e la conclusione di serata saranno le proiezioni «Padre Basilio Brollo – Uomo massimo» di Francesco Lopergolo e Claudio Tuti (9,50 minuti ); «Il silenzio si fa grido» di Claudio Tuti (10,30 minuti) relativo alla storia recente del Tibet in cui l’autore vuole presentare: «l’invasore che ruggisce nel vento freddo e pungente mentre il popolo prega invocando un aiuto per poter vivere libero»; «Better city, better life» di Claudio Tuti – Ivano Bolondi ( 6,30 minuti ) – in cui – raccontano gli sceneggiatori – «si vuole rendere evidente come l’esposizione universale di Shanghai, abbia rappresentato una speranza comune a tutto il genere umano: una vita migliore nel futuro sviluppo delle città del pianeta. L’aspettativa di una vita migliore ha attraversato tutta la storia urbana del genere umano. L’Expo 2010 è stata un’occasione per suggerire risposte, proporre modelli di città del futuro e stili armoniosi di vita urbana, offrendo piattaforme educative e di intrattenimento ai visitatori di tutte le nazioni. “Città migliori e una vita migliore”, questo è il messaggio che gli organizzatori hanno voluto proporre; la possibilità che questo si possa realizzare dipende dalla dall’abilità che l’uomo ha di creare una coesistenza e un’interazione armoniosa tra i tre sistemi organici: uomo, città e pianeta».
Il 10 luglio alle ore 21.00 presso gli spazi dell’Auditorium San Michele, sarà invece protagonista il volume «Padre Basilio e Bonaparte» di Giuseppe Marini. La serata sarà strutturata nella forma del dialogo tra l’autore e la dott.ssa Loredana Bortolotti conservatrice della Civica Biblioteca Glemonense.
Che cosa hanno in comune il frate friulano Basilio Brollo, missionario nella Cina del secolo XVII, e l’imperatore Bonaparte? Il libro risponde a questa domanda raccontando la vita di padre Basilio, propagatore della fede cattolica in Cina, e le peripezie di un codice misconosciuto che segnò nel primo Ottocento la storia della sinologia europea.
Giuseppe Marini, già docente di storia e filosofia nei licei, ha pubblicato con La Nuova Italia il Dizionario di filosofia e il Manuale di filosofia per i licei e Le domande della filosofia; con Gaspari Il primo Risorgimento in Friuli e La porta richiusa del Celeste Impero. Ha dato alle stampe dei libri sulle figure di Valentino Baldissera e Raimondo D’Aronco e sulla storia di Buja dall’Unità alla Prima guerra mondiale.
I due appuntamenti si inseriscono nel palinsesto di attività estive programmate dal Comune di Gemona del Friuli a corollario della mostra visitabile in castello.
La mostra Serenissima porta d’Oriente, che sarà ospitata fino al 24 ottobre nelle sale dell’Edificio delle Ex Carceri del Castello di Gemona, offre l’opportunità di vivere, attraverso un percorso espositivo immersivo, un viaggio di bellezza e raffinatezza attraverso il tempo – dal 1420 al 1700 – e lo spazio – dal Friuli alla Cina. Dalla scultura lignea della più grande bottega friulana del Quattrocento – quella di Domenico da Tolmezzo – alla fine tessitura degli abiti di corte della dinastia Quing, dalle straordinarie cromie venete di Jacopo Negretti detto Palma il Giovane alle narrazioni miniate con straordinarie doti artigiane sulla superficie di vasi del Quattrocento cinese.
Dall’abbigliamento, all’arte ceramica, dalla pittura alla scultura: 25 straordinari capolavori – alcuni dei quali totalmente inediti – metteranno in scena l’incontro tra due culture e stimoleranno la riscoperta della figura di Basilio Brollo, ponte tra due mondi.