Ventimila cinghiali in FVG, per Coldiretti servono modifiche legislative
Un incontro dopo l’altro, con l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Stefano Zannier, alcuni consiglieri regionali e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, per rilanciare l’allarme nei confronti della fauna selvatica, del cinghiale in particolare, la specie che desta più preoccupazioni per l’impatto pesantissimo sulle attività economiche, a cominciare da quelle agricole.
La manifestazione
A Trieste, in piazza Unità, presenti i vertici della Coldiretti Fvg – il delegato confederale Giovanni Benedetti e il direttore regionale Cesare Magalini -, con le delegazioni provinciali, gli agricoltori hanno manifestato denunciando una emergenza nazionale che continua ad alimentare gravi problemi sociali, economici e ambientali.
L’incremento della specie, i danni e gli incidenti stradali
Con l’emergenza Covid, secondo la Coldiretti nazionale, si è registrato un aumento del 15% di cinghiali – la stima è ora di 2,3 milioni in Italia e di oltre 20mila unità in Fvg -: un incontrollato aumento che ha aggravato i pericoli per le persone, con maggiori danni all’agricoltura e sempre più numerosi incidenti stradali. Sulla base di dati Asaps, il portale della sicurezza stradale, il tragico bilancio dell’anno del Covid è di un incidente ogni 48 ore, con 16 vittime e 215 feriti, a causa di cinghiali e animali selvatici che, attraversando strade e autostrade, mettono a rischio la vita e la sicurezza di conducenti e passeggeri. La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 200 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole, ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
Le richieste della Coldiretti Fvg
La manifestazione di Trieste è un rinnovato grido d’allarme su una questione irrisolta, ma sollevata sempre dalla Coldiretti Fvg anche in tempo di pandemia, quando i servizi di controllo si sono inevitabilmente complicati. Nel sostenere la richiesta di un’attività di controllo pubblico e diretta dei proprietari e conduttori dei fondi che consenta alle aziende agricole di assicurare adeguate forniture alimentari in un periodo in cui i raccolti sono ancora più preziosi del solito, Coldiretti Fvg ha rimarcato in piazza Unità che, in un periodo in cui c’è molta attenzione al consumo di prodotti locali, «è doveroso il sostegno a un’agricoltura che è garanzia di sicurezza alimentare. Le istituzioni sono necessariamente chiamate a mettere gli imprenditori nelle condizioni di tutelare le nostre eccellenze».
Le modifiche legislative
Ed è per questo «indispensabile introdurre nell’ordinamento vigente una serie articolata di misure maggiormente efficaci in materia di interventi per il contenimento e il prelievo della specie». A livello nazionale Coldiretti chiede che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinché:
– gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza;
– l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale;
– gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale;
– il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio;
– che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”.
La percezione degli italiani
Oltre un italiano adulto su quattro (26%) ha incontrato dal vivo un cinghiale. È quanto emerge dall’indagine sul sito www.coldiretti.it, presentata in occasione del blitz in piazza Montecitorio e nelle principali città italiane di migliaia di agricoltori, allevatori, pastori insieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini oltre a cittadini e rappresentanti delle istituzioni. L’invasione da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su dieci (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero, secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.
«La maggioranza degli italiani – commenta il presidente Prandini – considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate. Servono interventi mirati e su larga scala, regione per regione, per ridurre la minaccia».