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Il Polo Artico in primo piano nel reportage filosofico di Emanuele Franz

Esce oggi, per i tipi della Audax Editrice, la nuova opera dello scrittore moggese Emanuele Franz. Si tratta di un reportage filosofico dal Polo Artico, sul clima, la fauna e la natura di quei luoghi.
Un lavoro che ha già suscitato l’interessamento di Hivshu Robert E. Peary II, ovvero il pronipote dell’ammiraglio Robert Edwin Peary, primo uomo al mondo ad aver raggiunto il Polo Nord geografico nel 1909, che scrive all’autore: “I am grateful to your work”.
Hivshu, discendente da bisnonna eschimese e dal bisnonno americano Peary, è anche uno degli ultimi rappresentanti della cultura sciamanica Inuit della Groenlandia.Franz ha infatti mandato un estratto del libro tradotto in inglese al pronipote del grande avventuriero rendendolo partecipe del suo progetto e suscitando il suo vivo interessamento tanto che questi, rimasto colpito dal lavoro di Franz, decide di accompagnarlo con una toccante prefazione. Il libro “Polo Artico. La verità del ghiaccio – Diario del filosofo più a nord del mondo” non è solo il resoconto di un viaggio ai confini del mondo, nell’ultimo avamposto della civiltà umana (Isole Svalbard/Polo Artico) ma è qualcosa di più. L’autore, che si occupa di filosofia da quando era bambino, coglie l’occasione, con questo viaggio-iniziatico, per tutta una serie di riflessioni filosofiche: dal Mito degli Iperborei al simbolismo metafisico del Sole di mezzanotte, dalla storia delle grandi spedizioni artiche e antartiche, alla riflessione sui cambiamenti climatici. La conclusione che il filosofo trae dopo questo viaggio mistico è che il ghiaccio non è solo un grumo di acqua rappresa bensì un Simbolo, una verità ancestrale.

Il testo, 114 pagine e 12 euro di copertina, è realizzato con il contributo del Club per l’Unesco di Udine ed è reperibile contattando l’editore al sito