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Il CAI di Tolmezzo e Riel portano l’acqua al Rifugio De Gasperi

«Un grandissimo servizio alla montagna e alla gente che frequenta questi luoghi».

È così che Alessandro Benzoni, presidente del Cai di Tolmezzo fino al mese scorso quando ha passato la mano a Pietro De Faccio, racconta l’intervento che la ditta Riel, coadiuvata dall’azienda Luca Brollo, ha compiuto per riattare il sistema che garantisce l’approvvigionamento idrico al rifugio Fratelli De Gasperi, a 1800 metri d’altezza sopra Pesariis, in xomune di Prato Carnico.

«Un lavoro non semplice per la quota cui si è svolto e perché al De Gasperi si arriva solo a piedi, non ci sono strade. Ciò ha comportato il trasporto in elicottero dei macchinari per gli scavi», sottolinea Benzoni, ricordando il percorso non semplice dal presentarsi del problema, nel 2018, alla sua soluzione durante la stagione estiva 2021.

«Dopo aver ricevuto un contributo regionale di 50mila euro e aver realizzato il progetto esecutivo dell’intervento con lo studio Puntel Capellari di Udine – ricostruisce l’ex presidente e attuale consigliere del Cai tolmezzino -, siamo andati alla ricerca di una ditta che procedesse all’intervento: rifare le tubature, i collegamenti elettrici, lo scavo per lanuova vasca di raccolta d’acqua e l’installazione di una nuova pompa più efficiente per il pescaggio dell’acqua dalla risorgiva, 200 metri più a valle rispetto al rifugio».

Un lavoro impegnativo «e non certo di grande margine economico», considera Benzoni, che il Cai di Tolmezzo è riuscito a realizzare in virtù delle capacità tecniche ed anche della sensibilità dell’azienda friulana, esperta nella costruzione di infrastrutture di telecomunicazioni ed energia anche in condizioni estreme. «Dopo aver avuto il finanziamento e aver realizzato il progetto, non è stato facile trovare chi realizzasse l’intervento – racconta Benzoni -. I “no” sono stati diversi, finché non abbiamo incrociato questa azienda che si è subito fatta carico dell’impresa, intervenendo con uno stile che è andato oltre la mera prestazione economico-professionale. È stato un lavorone,  un vero servizio alla montagna».

Il problema, già focalizzato da qualche anno, è definitivamente scoppiato nell’estate del 2018, quando il rifugio è rimasto senz’acqua per il prosciugarsi della sorgente da cui il sistema di acquedotto del De Gasperi si alimentava. Già di per sé non particolarmente copiosa, è stata messa a dura prova dalle estati calde. «Era giunto il momento di un intervento importante – ricorda l’ex presidente Cai, che ha seguito i lavori con l’allora sua vice e ora presidente De Faccio -. Da qui la richiesta di contributo alla Regione e la progettazione di una sistemazione in due lotti. Il primo è quello che è stato eseguito e concluso, che ha sostanzialmente riammodernato l’esistente; il secondo, per il quale si sta pensando ai finanziamenti, prevede la captazione dell’acqua da una sorgente più importante posta a ulteriori 200 metri a valle dell’attuale», conclude Benzoni.

Al rifugio De Gasperi, aperto da giugno a settembre, negli ultimi due anni sono arrivate circa 150-200 persone al giorno per camminare e arrampicare tra le splendide Dolomiti Pesarine.