Settore lattiero-caseario, a breve un tavolo sulla crisi dovuta alla guerra
“Il settore della zootecnia da latte è tra i più colpiti dall’incremento dei costi delle materie prime e dall’emergenza energetica in corso e la situazione sta subendo un ulteriore aggravio con la crisi derivante dal conflitto in atto in Ucraina. Perciò è indispensabile che tutti facciano la loro parte per salvare un comparto che altrimenti non potrà più riaprire: a tale fine convocherò a breve un tavolo regionale di confronto”.
È quanto rileva l’assessore del Friuli Venezia Giulia alle Risorse agroalimentari, ittiche e della Montagna Stefano Zannier in una lettera inviata a Federdistribuzione, Assolatte e Confindustria.
“L’aumento dei costi dei fattori produttivi – così Zannier – implica, per la maggior parte degli allevamenti italiani di bovini da latte, un reale rischio di fallimento e si registrano già situazioni in cui gli allevatori si trovano costretti a ridurre progressivamente il numero di capi per sopperire agli eccessivi costi da affrontare. Risulta pertanto di vitale importanza che l’intera filiera agroalimentare prenda in considerazione le criticità in corso al fine di contrastare l’imminente rischio di un danno irreparabile per il comparto produttivo e per la filiera stessa che potrebbe trovarsi, a fronte della chiusura di molte realtà, nella condizione di non riuscire a garantire l’approvvigionamento del prodotto. Questo – rileva ancora l’assessore regionale – considerando anche che il pagamento agli allevatori non dev’essere inferiore ai costi di produzione che l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) ha stimato, sulla base dati del 2021, essere pari a 46 centesimi/litro, con una imminente revisione al rialzo”.
Zannier ricorda che “un’importante realtà della trasformazione, tramite la propria organizzazione cooperativa, per rendere sostenibile la produzione, ha deciso di riconoscere ai soci allevatori un prezzo minimo di acquisto del latte di 48 centesimi/litro al quale aggiungere IVA e premio qualità: scelte di questo tipo, che si auspica possano essere emulate nel più breve tempo possibile anche da altri soggetti, servono appunto per fronteggiare i forti aumenti sostenuti dai produttori negli ultimi mesi e amplificati di recente dal conflitto russo-ucraino”.
Secondo l’assessore regionale, in questo contesto “l’adeguamento del prezzo del latte riconosciuto ai produttori da parte dei soggetti che si collocano subito dopo nella catena del valore del settore lattiero caseario (primi acquirenti, grandi gruppi industriali e cooperativi, sistema della grande distribuzione), per un periodo adeguato a superare le tensioni sopra evidenziate, risulta essere concretamente una delle possibili soluzioni per supportare e garantire la sopravvivenza del sistema allevatoriale, a fronte – conclude Zannier – dell’importanza economica, sociale ed ambientale che l’intera rete zootecnica riveste nel territorio nazionale”.