Il gruppo Marelli investirà a Tolmezzo quasi 7 milioni su Automotive Lighting nel 2022
Sono quasi 7 i milioni che il gruppo Marelli investirà, a Tolmezzo, nel 2022, su Automotive Lighting, storica azienda leader mondiale nella produzione e stampa di fanali posteriori per le vetture di alta gamma delle principali case automobilistiche mondiali, da Bmw a Porsche, passando per Alfa Romeo, Maserati, Jaguar e Volvo.
Cifre importanti, subordinate, però, ad alcune condizioni chiave, soprattutto una forte accelerazione di quei percorsi di costruzione delle competenze indispensabili ad affrontare le velocissime transizioni ed i cambi di paradigmi in atto nel settore dell’automotive.
Oggi – ha spiegato in sostanza il presidente di Marelli Europe, Ermanno Ferrari – servono professionalità in grado di dialogare con un mondo nuovo, competenze che non si trovano sul mercato e che non abbiamo a sufficienza. Per questo – è emerso dalla tavola rotonda promossa da Cisl Alto Friuli e Fim Cisl Fvg – occorre costruire, in base a necessità ben declinate dalle aziende, profili professionali in grado di sostenere una sfida ormai già iniziata e che vede il sistema-Italia molto indietro rispetto ad altri Paesi. Insomma, anche nel mondo dei fanali, si deve ripartire da zero, cercando di essere i primi nelle nuove produzione imposte dalle transizioni, ecologiche e tecnologiche: fanali led, oled, pannelli illuminanti, sistemi collegati alla guida autonoma, digitalizzazione e connettività. Trasformazioni a due facce, però, come ha ricordato anche il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, sostenendo contestualmente la necessità di un vero piano strategico nazionale sull’industria. “Alcuni mesi fa, in appena due, tre settimane, abbiamo segnalazione di quasi 5mila lavoratori a rischio per effetto del cambio delle motorizzazioni, a cui si aggiungono le difficoltà registrate nelle vendite delle auto, calate del 44%, a fronte del 30% dello scorso anno e della mancanza della componentistica.
“Dentro questa realtà c’è l’Automotive Lighting che è da preservare, ma non dobbiamo perdere tempo, nemmeno nel quadro della formazione delle competenze”. Di qui, la necessità evocata di stringere alleanze tra politica, aziende, sindacato, università e percorsi Its. Solo così – riferisce per la Fim Cisl Fvg, Fabiano Venuti, riferendosi anche ai fabbisogni del territorio – potremo superare la penuria cronica di ingegneri elettronici, fisici, tecnici specializzati metalmeccanici. “Per vivere e lavorare in montagna occorre una alta cooperazione su obiettivi comuni, un contesto socio-economico favorevole, competenze intese non solo come istruzione e formazione, ma anche come modo complessivo di vivere, ma c’è bisogno di leadership e affiatamento tra territorio e tessuto produttivo” – rilancia per la Cisl Alto Friuli, il coordinatore Franco Colautti.
Un “gioco di squadra” ripreso anche dall’assessore regionale alle Attività produttive, Emidio Bini, che ha ricordato come proprio la collaborazione tra le parti ha traghettato il Friuli Venezia Giulia fuori dalla pandemia. “Qui a Tolmezzo – ha aggiunto Ferrari – ho trovato un grande senso di appartenenza sul territorio, motivazione globale, facilità a parlare con le istituzioni, programmare. Questo fare gruppo è sicuramente stato un elemento importante per scegliere Tolmezzo come sede di Automotive Lighting. E abbiamo trovato le competenze, anche quelle degli stampi”.
Competenze, territorio, sguardo aperto, trasformazioni e soprattutto velocità sono le parole chiave emerse con forza e declinate anche dal Rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton, che ha posto l’attenzione sulla necessità di fare sistema tra ricerca e innovazione, tra percorsi accademici ed Its per anticipare i tempi delle sfide imposte e per formare quelle competenze indispensabili a fare ricerca, al trasferimento delle competenze e all’applicazione all’interno delle aziende. Tuttavia, la costruzione delle competenze non può essere solo “in ingresso”, ma deve accompagnare tutta la vita del lavoratore in un’ottica di formazione continua ed in un quadro di moderne politiche attive del lavoro, entro le quali la formazione deve rivestire un ruolo di primo piano”, come aggiunto dal segretario nazionale Cisl, Giorgio Graziani.