Carnia 2030, approvato il documento programmatico per il Piano di Sviluppo
Il 28 giugno scorso l’Assemblea della Comunità di montagna della Carnia ha approvato il documento programmatico per il Piano di Sviluppo, frutto del processo partecipativo Carnia 2030, promosso e coordinato dalla Comunità stessa.
Il documento è stato elaborato in attuazione dell’art. 19 della legge regionale 21/2019 che prevede da parte della Comunità di montagna l’elaborazione di un Piano di sviluppo concertato con la Regione, redatto in forma partecipata con le comunità locali e approvato dall’Assemblea dei Sindaci.
Il percorso ha preso avvio a fine 2020 con l’elaborazione della prima mappa concettuale strategica e, a seguire, con la formalizzazione di una “Cabina di Regia” e con l’inizio del processo di ascolto del territorio attraverso i Tavoli per Carnia 2030: 15 tavoli tematici il cui lavoro si è sviluppato in oltre 60 incontri con il coinvolgimento di oltre 250 persone.
Successivamente, con lo scopo di costruire un sistema di Obiettivi Condivisi e di dare forma a un primo documento di Piano per Carnia 2030, la Comunità di montagna ha organizzato gli incontri di confronto con i Sindaci e gli Amministratori dei Comuni della Carnia. A questo punto gli obiettivi di Sindaci e Amministratori sono stati messi a confronto con quelli emersi dai Tavoli, trovando punti di contatto e ampie aree di sovrapposizione e da qui, tenendo conto della maggiore o minore convergenza sugli obiettivi, sono state stabilite le scale di priorità valutando anche i diversi gradi di coerenza con le indicazioni programmatiche del NEXT Generation EU.
Questo ha consentito di individuare una prima struttura di Piano coerente con il percorso partecipativo, che è stata suddivisa in 3 strategie (Carnia Digitale innovativa e Accogliente, Carnia Sostenibile e Carnia inclusiva) e 11 “cantieri” (Digitalizzazione priorità trasversale; Innovazione istituzioni e rapporti con i Cittadini; Turismo e Cultura: tutta la Carnia tutto l’anno; Energia Verde e Autoconsumo, Cura del Territorio e della Risorsa Idrica; Mobilità affidabile e resiliente; Impresa attrattiva, sostenibile e moderna; Alta formazione e Specificità; Cultura della Salute e Cura della marginalità; Forza ai legami generazionali e sociali; Lavori attrattivi e welfare di prossimità).
Per ogni cantiere sono stati indicati gli Obiettivi Condivisi, con le rispettive priorità. Il documento programmatico dovrà, quindi da qui in avanti essere arricchito con le Schede Intervento. Per ogni Obiettivo Condiviso potranno poi esserci più Schede Intervento, che riporteranno l’idea progetto, i riferimenti al Piano, i finanziamenti, le istituzioni, gli enti e partner coinvolti, i responsabili dall’azione.
Le diverse fasi di ascolto e valutazione dei segnali di cittadini, esperti, amministratori e istituzioni che hanno contribuito al processo, hanno consentito la costruzione di un documento fortemente partecipato e sempre ricostruibile nei vari passaggi che lo hanno contraddistinto facendo sì che si possano sempre recuperare i singoli contributi.
La grande innovazione messa in atto nella costruzione di questo processo partecipativo e nella redazione del Piano caratterizzerà anche le prossime fasi, durante le quali chi ha già preso parte al percorso potrà continuare a dare il proprio contributo attraverso la predisposizione delle Schede Intervento.
E’ questa la sostanziale differenza rispetto alle metodologie utilizzate sinora: il documento rimarrà aperto a successive estensioni e aggiornamenti, non solo per questioni di ascolto ma anche per questioni tecniche; le incertezze e la variabilità del contesto economico e politico attuale raccomandano la costruzione di strutture flessibili, capaci di guidare sul medio-lungo periodo e di coordinare l’azione di più attori verso obiettivi condivisi, ma allo stesso tempo in grado di recepire velocemente i cambiamenti nelle strutture delle sfide contemporanee.
Per questo la flessibilità del documento è stata ritenuta un requisito di base: un documento rigido, che fissi strutture non modificabili, impedirebbe di lavorare nel contesto odierno.
La capacità del documento di Piano di adattarsi al contesto mutevole si concretizza nella possibilità di inserire, modificare (e in alcuni casi eliminare) le Schede Intervento, che individuano le azioni da mettere in atto per raggiungere gli obiettivi già condivisi.
Queste modifiche possono avvenire a due livelli, per assicurare la necessaria celerità e dinamicità nelle fasi attuative: per la parte programmatica del documento (strategie, cantieri e obiettivi) e per le Schede Intervento.
Le modifiche alla parte programmatica spettano all’Assemblea dei Sindaci, sentendo all’occorrenza il parere della Cabina di Regia e/o dei Tavoli, e saranno valutate sulla base del principio di coerenza con gli obiettivi condivisi e sulla base dell’opportunità, efficacia ed efficienza nel contesto socio-economico.
Le modifiche delle Schede Intervento in cui è coinvolta la Comunità di montagna saranno invece approvate dal Comitato Esecutivo, valutando l’opportunità di sentire i pareri della Cabina di Regia, dei Tavoli Tematici per Carnia 2030 e di esperti del settore relativo alla modifica proposta.
Come conseguenza del carattere territoriale del Piano vi saranno anche schede intervento in cui la Comunità di montagna non sarà coinvolta; in questo caso, per le modifiche si farà riferimento al proponente e coordinatore della singola scheda.
La complessità di tutto il processo di redazione del documento deriva dal fatto che si tratta del Piano di sviluppo della Carnia e non, semplicemente, della Comunità di montagna, Ente cui compete il ruolo di coordinamento, ruolo emerso in modo chiaro già dai Tavoli con la società civile.
Il Piano di sviluppo dell’intero territorio, che ingloba le progettualità di tutti gli attori coinvolti, anche quelle del tutto estranee al coinvolgimento della Comunità o dei Comuni, consentirà il fiorire di progettualità non scoordinate tra loro, ma collocate all’interno di un quadro di riferimento.
Dal punto di vista operativo, il funzionamento del Piano, per come è stato concepito, richiederà la formalizzazione di un’Alleanza per lo sviluppo tra tutti gli attori coinvolti, e questo sarà il prossimo impegno a cui dedicarsi.
Gli accordi
Le logiche di funzionamento del Piano di Sviluppo di Carnia 2030 contemplano due tipi di accordi.
Il primo prevede la condivisione della parte programmatica del Piano (strategie, cantieri e obiettivi condivisi): è un accordo che può essere sottoscritto tra la Comunità di montagna della Carnia e le altre istituzioni o organizzazioni che vogliano entrare a far parte del processo di programmazione. Scopo di questo accordo è dare maggior omogeneità possibile all’azione dei diversi attori, migliorando la condivisione delle progettualità, anche con lo scopo di ridurre al minimo le duplicazioni e le sovrapposizioni delle azioni progettuali sullo stesso territorio.
La seconda forma di accordo può essere messo in atto per condividere specifiche linee di azione individuate all’interno delle Schede Intervento: questi accordi servono ad unire le forze dei diversi attori, pubblici e privati, per il raggiungimento di un determinato scopo operativo.
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