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Giro d’Italia sul Lussari, Marco Lepre (Legambiente): «E se piove?»

In riferimento alla cronoscalata Tarvisio-Lussari, riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di Marco Lepre del circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro.

«La manifestazione si svolgerà con qualsiasi condizione atmosferica»: è una avvertenza che dovrebbe risultare del tutto superflua per competizioni sportive come il Giro d’Italia, attualmente in corso di svolgimento. Sì, certo, può accadere, come in effetti è già capitato, che una tappa di alta montagna sia stata accorciata o modificata per la imprevista presenza di neve su qualche valico alpino o sulla strada che porta a quella che, di volta in volta, viene indicata come “Cima Coppi”, ma questo è avvenuto in casi del tutto eccezionali, come potrebbe essere quello che sta accadendo in Emilia Romagna in questi giorni, ma non certo per una precipitazione appena un po’ intensa o per un banale temporale. Eppure questa eventualità potrebbe effettivamente verificarsi il prossimo 27 maggio, in occasione della attesa penultima tappa del Giro d’Italia, una crono-scalata da Tarvisio al Monte Santo di Lussari, una chiesetta e un piccolo gruppo di case posti a soli 1789 metri di altitudine, normalmente raggiungibili soltanto a piedi, in funivia o con le pelli di foca sotto gli sci.

Per realizzare quella che lo stesso Mario Vegni, direttore del Giro, aveva definito fin da subito una “pazza idea”, la Regione Friuli Venezia Giulia non ha esitato a spendere vari milioni di euro, approfittando anche delle procedure semplificate previste per gli interventi della Protezione Civile, per rendere transitabile dai ciclisti una vecchia strada militare che sale dal fondovalle. A parte le forti e fondate preoccupazioni espresse dalle associazioni ambientaliste, circa il pericolo di una “profanazione” di un autentico santuario della fede e della natura che, nonostante gli spazi limitati, verrebbe invaso da migliaia di spettatori e da tutto quello che di commerciale e chiassoso si porta al seguito la Carovana Rosa, c’è però un altro problema pratico da affrontare.

Nel cementificare il fondo stradale, infatti, non solo non sono state previste canalette di scarico delle acque meteoriche, ma addirittura ne sono state coperte oltre una novantina di quelle esistenti, insieme a qualche guado, ritenuti un ostacolo per le sofisticate biciclette dei campioni. Come si può facilmente immaginare, sul ripido percorso della gara, che attraversa vari canaloni e pendii a rischio di caduta massi, in caso di cattivo tempo si convoglierà e defluirà una grande quantità di acqua, rendendo impossibile procedere o, nella migliore delle ipotesi, falsando la competizione. Per ripulire dai detriti e dal terriccio il fondo stradale, nei giorni scorsi PromoturismoFVG ha impiegato addirittura una spazzatrice, di quelle che nelle città girano di notte ad aspirare polvere e mozziconi di sigaretta, ma da qui in avanti è previsto l’arrivo di altre perturbazioni e chi può dire cosa accadrà il giorno della gara? 

In Friuli Venezia Giulia il mese di maggio è statisticamente quello più piovoso dell’anno: per i tremila appassionati che hanno acquistato i biglietti messi a disposizione dagli organizzatori per salire in funivia, è previsto eventualmente il rimborso? 

MARCO LEPRE