Mentil: «Si riorganizzi il medico di vallata, necessari tre punti salute in Carnia»
“Se, come ci dice la Regione, i tempi per risolvere la grave carenza di medici di base non si prospettano brevi, è bene che il medico di vallata venga riorganizzato e strutturato in maniera tale da poter effettivamente supplire, per il periodo necessario, alla mancanza”.
Lo evidenzia in una nota il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd), ricollegandosi ai lavori della III Commissione con l’audizione dell’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, e dei direttori delle aziende sanitarie territoriali.
“In Carnia – precisa Mentil – è necessario articolare il servizio in tre punti salute, a Paluzza, Arta Terme e Villa Santina, favorendo la medicina di gruppo e coinvolgendo i Comuni per aiutare i pazienti più deboli, negli spostamenti. Oltre alle aree carenti, a Tolmezzo si stimano nel prossimo futuro circa altri mille pazienti senza medico di base che avranno anche loro la necessità di affidarsi al medico di vallata”.
“A fronte di queste circostanze, la situazione, che ho raccolto direttamente dai medici di vallata, presenta diverse problematiche che – secondo il dem – impediscono di fatto una reale ed efficace sostituzione dei medici di base. Innanzitutto c’è un problema contrattuale visto che i medici di vallata sono inquadrati in maniera provvisoria e precaria, il che stride con le tempistiche fornite dallo stesso assessore. Ai medici andrebbe applicato dunque un contratto o una convenzione almeno triennale o comunque fino al termine dell’emergenza. Inoltre, servirebbe un collegamento intranet negli ambulatori per garantire l’accesso allo storico di ogni paziente e l’organizzazione della medicina di gruppo organizzata con la collaborazione di assistenti di ambulatorio”.
“Infine – conclude Mentil – i tre punti salute in Carnia andrebbero organizzati su Paluzza, con Treppo Ligosullo, Ravascletto, Sutrio e Cercivento, coprendo 4.500 pazienti; ad Arta Terme, con Paularo e Zuglio, ovvero 5.500 pazienti; Villa Santina, con Ovaro, Lauco, Enemonzo e Raveo, quindi anche qui 5.500 pazienti. Un ultimo supporto ai pazienti deboli e anziani potrebbe essere garantito in accordo con i Comuni per garantire un servizio di trasporto all’ambulatorio più vicino”.