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Una domenica alla scoperta del torrente Orvenco a Montenars

Proseguono le visite geologiche gratuite promosse dall’Ecomuseo delle Acque del Gemonese e destinate a un pubblico curioso di scoprire il paesaggio del Gemonese osservato da una prospettiva diversa, con gli occhi rivolti non solo a guardare ciò che ci circonda, ma anche a conoscere l’affascinante mondo che sta sotto i nostri piedi e la lunghissima, complessa e coinvolgente evoluzione del territorio. Con l’accompagnamento del geologo e divulgatore scientifico Daniele Tenze, domenica 9 luglio in mattinata è in programma a Montenars la risalita del Torrente Orvenco in uno dei suoi tratti di maggiore interesse, dalla frazione di Cologna alla cascata del Tulìn.

Ci si muoverà sulla sinistra idrografica del corso d’acqua, con la possibilità di osservare all’inizio la morena laterale del ghiacciaio del Tagliamento che riuscì a sbarrare la valle e a formare un lago temporaneo. Le tracce dell’antico bacino sono rinvenibili un po’ più a monte, nei punti di confluenza di due tributari, il Rio Confine e un altro piccolo rio che scende da Curminie, dove affiorano antichi depositi palustri costituiti da argille a straterelli alterni chiari e scuri, tipici degli ambienti periglaciali. Il limite è fissato a un massimo di 20 partecipanti, è necessaria la prenotazione (chiamare il 338 7187227).

Il Torrente Orvenco ha origine a Montenars da una serie di sorgenti poste sul versante meridionale del Monte Cuarnan formando successivamente una forra, risultato degli spiccati fenomeni erosivi con cui ha inciso il suo letto. Il corso d’acqua è perenne fino allo sbocco in pianura, poi le notevoli perdite in subalveo lo rendono occasionale. Qui alte arginature in terra, rivestite in pietrame, lo hanno messo in sicurezza e deviato verso nord, per aggirare il colle di Aplia e quindi raggiungere le prime risorgive del Fiume Ledra, nel territorio di Gemona. In corrispondenza degli antichi tracciati, l’Orvenco ha formato con le sue alluvioni una serie di piccoli coni di deiezione sui quali si sono insediati i borghi di Artegna.

(foto di Graziano Soravito)