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Sanità: Mentil (Pd), medico di vallata va ripensato, servono 3 punti in Carnia

«La carenza di medici di base non verrà risolta a breve e per questo è necessario ripensare e riorganizzare il medico di vallata. Quello che abbiamo chiesto nei mesi scorsi oggi si palesa a Sauris e si manifesterà altrove: in Carnia è necessario articolare il servizio in tre punti salute, a Paluzza, Arta Terme e Villa Santina, favorendo la medicina di gruppo e coinvolgendo i Comuni per aiutare i pazienti più deboli, negli spostamenti». A chiederlo è il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd) che lo scorso giugno, attraverso un’interrogazione, aveva chiesto al presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga di garantire il servizio primario e quindi la presenza dei medici di medicina generale in tutto il territorio regionale con particolare attenzione all’area montana. «Di quell’interrogazione attendiamo ancora risposta, intanto i problemi continuano a moltiplicarsi e sentirsi in maniera forte nei territori di montagna dove si aggiungono problematiche logistiche e di spostamenti soprattutto per le fasce deboli e anziane della popolazione» continua Mentil.

«La situazione, che ho raccolto direttamente dai medici di vallata già tempo fa, presenta diverse problematiche che impediscono di fatto una reale ed efficace sostituzione dei medici di base. Dai problemi contrattuali, con i medici di vallata inquadrati in maniera provvisoria e precaria (che stride con le tempistiche piuttosto lunghe) al collegamento intranet negli ambulatori per garantire l’accesso allo storico di ogni paziente, passando per l’organizzazione della medicina di gruppo organizzata con la collaborazione di assistenti di ambulatorio». Ma soprattutto, conclude Mentil, «l’emergenza sanitaria a cui si va incontro potrebbe essere contrastata con i tre punti salute in Carnia andrebbero organizzati su Paluzza, con Treppo Ligosullo, Ravascletto, Sutrio e Cercivento, coprendo 4.500 pazienti; ad Arta Terme, con Paularo e Zuglio (5.500 pazienti); Villa Santina, con Ovaro, Lauco, Enemonzo e Raveo (5.500 pazienti). Un ultimo supporto ai pazienti deboli e anziani potrebbe essere garantito in accordo con i Comuni per garantire un servizio di trasporto all’ambulatorio più vicino».