Mazzolini: «Sì a una penale per chi si avvale del Soccorso Alpino senza motivazioni ragionevoli»
Dal vicepresidente del Consiglio Regionale Stefano Mazzolini arriva la nota favorevole sulla penale da applicare a chi in regione si avvale del Soccorso Alpino senza una motivazione ragionevole.
«Come voce della realtà montana, sono pronto a sostenere la proposta dell’assessore Riccardi per la compartecipazione alle spese d’intervento – afferma -. È una norma che ritengo fondamentale per mettere chiarezza. Fosse per me, a chi non è attrezzato farei pagare tutto il soccorso, perchè ci vuole buon senso e responsabilità e quindi gli incoscienti paghino. Chi va in montagna senza attrezzatura adeguata, se cagiona infortuni o necessità d’intervento, deve pagare autonomamente il soccorso e l’elisoccorso. Negli ultimi anni spesso si è abusato di questo servizio, fraintendendone la funzione. Alpinisti della domenica e sprovveduti con gli abbigliamenti più improbabili, hanno affrontato la montagna con uno spirito totalmente sbagliato, oserei dire offensivo nei confronti degli staff di tecnici e professionisti, che operano con serietà e mezzi costosi. Da inizio 2023 ad ora si sono già registrati 270 interventi di soccorso, alcuni dei quali decisamente evitabili se solo ci fosse stato buonsenso – prosegue Mazzolini -. In questi casi mi sembra lecito che a pagare sia l’incoscienza del privato e non la collettività. Normare i comportamenti di chi decide di fare speleologia ed alpinismo in Fvg rendendoli economicamente responsabili delle loro azioni, significa dar valore al lavoro dei 360 volontari che con dedizione e professionalità operano nel nostro Soccorso Alpino e lo rendono una punta di diamante a livello nazionale».
La proposta di Mazzolini è di inserire nella norma un’indicazione per convergere il ricavato di queste “sanzioni” allo scopo di finanziare le spese dell’ente regionale d’intervento emergenziale ed avere attrezzature e materiali sempre più all’avanguardia.
«Sono affettivamente legato alla storia del Soccorso Alpino – aggiunge Mazzolini –, che venne istituito ufficialmente nel 1954, ma già prima in Valcanale e si parla del 1949: i Lupi di Cave del Predil, un gruppo di amici alpinisti, si era organizzato per interventi sul Mangart, per il recupero di sloveni in fuga dalla loro terra, di fatto creando lo spirito su cui oggi l’ente si fonda. La proposta di legge vuole in prima istanza dar valore alla storia di un’eccellenza e nel contempo obbligare i visitatori del nostro territorio non ad abbandonarne l’utenza, ma ad entrarci con una giusta e rispettosa filosofia».