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La minoranza di Buja: «La Giunta non aiuta le famiglie su fisco e servizi scolastici»

“Le decisioni prese dall’Amministrazione comunale di Buja per il 2024, in termini di fisco comunale e di tariffe dei servizi scolastici non agevolano, le famiglie in difficoltà”. Lo affermano i consiglieri comunali di “A Buja si può – Insieme – A Buje si pues” Giulia Mattiussi, Francesca Santi e Sandro Calligaro, in seguito al Consiglio comunale che si è svolto il 27 dicembre. Durante la seduta, infatti, è stato esaminato, tra i vari punti all’ordine del giorno, il bilancio di previsione per il triennio 2024-2026, comprendente le aliquote delle imposte comunali e le tariffe dei servizi erogati dal Comune relative al 2024.
“Le aliquote di ILIA, ovvero l’Imposta Locale Immobiliare Autonoma, e dell’addizionale comunale IRPEF non sono state modificate rispetto allo scorso anno – continuano i consiglieri di minoranza -. Nel 2023 la Giunta aveva deciso, senza una giustificazione chiara né una previsione dei benefici per le casse del Comune, di aumentare le aliquote di ILIA. A fronte delle nostre osservazioni, aveva poi preso in considerazione la possibilità di modificare le aliquote dell’addizionale comunale IRPEF per il 2024, scaglionandole in base alle fasce di reddito, come proposto dal nostro gruppo consiliare. Questo, però, non è avvenuto. Infatti, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, la maggioranza ha votato il mantenimento delle aliquote ILIA del 2023 e dell’aliquota unica IRPEF allo 0,65% per tutti i redditi superiori a 7.500 euro annui. Buja, quindi, rimane uno dei pochi Comuni della Comunità collinare ad avere un’aliquota unica, peraltro una delle più alte”.

“Nella stessa seduta – proseguono Mattiussi, Santi e Calligaro – sono state deliberate le tariffe dei servizi comunali, tra cui quelli destinati alle scuole, ossia mensa, trasporto scolastico e preaccoglienza. L’Amministrazione ha mantenuto invariato dall’anno precedente il costo dei servizi di preaccoglienza e del trasporto scolastico, differenziati in base al numero dei figli, mentre risulta aumentato di 0,62 € a pasto il costo della mensa”.

“La decisione di non differenziare l’addizionale comunale IRPEF e le tariffe dei servizi in base al reddito – concludono i di opposizione – rischia di colpire le famiglie coi redditi più bassi. Per questa ragione, abbiamo proposto alla maggioranza di differenziare le tariffe dei servizi scolastici in base alla fascia ISEE delle famiglie, come già avviene per le rette della casa di riposo e come viene fatto in altri Comuni. In particolare in periodi come questo, in cui il potere d’acquisto di molte famiglie si è sensibilmente ridotto, riteniamo che l’Amministrazione debba dare adeguata attenzione alle cittadine e ai cittadini in difficoltà e mettere in atto, in aggiunta alle misure previste dalla Regione, quelle di sua competenza che possano costituire un aiuto concreto”.