Andamento industria metalmeccanica in provincia di Udine, ecco i dati
In provincia di Udine nel 2023 i livelli produttivi nel settore meccanico sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto al 2022, mentre si è registrata una leggera flessione nel comparto della siderurgia.
L’industria metalmeccanica della provincia di Udine, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Unioncamere al 31/12/2023, conta 25 mila addetti, il 51,7% del totale degli addetti manifatturieri provinciali e il 38,7% degli addetti metalmeccanici regionali.
Sono quasi 1.800 le localizzazioni metalmeccaniche attive in provincia di Udine (sedi di impresa più filiali), il 41,5% dell’intero comparto regionale.
In particolare, secondo le analisi dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati della propria Indagine congiunturale, nel settore meccanico lo scorso anno si è avuto un lieve calo produttivo dello 0,3%, mentre nel settore della siderurgia la diminuzione è stata maggiore, del 3%, con un recupero solo nel quarto trimestre.
Le esportazioni, secondo l’Ufficio studi di Confindustria Udine su elaborazione dati Istat, nel 2023 hanno registrato una flessione dell’1,1% rispetto al 2022, passando da 5.216 a 5.161milioni di euro. Nel dettaglio, sono aumentate in particolar modo le esportazioni di computer e prodotti di elettronica (+16,7%), di apparecchiature elettriche (+28,8%), di macchinari (+35,3%) e altri mezzi di trasporto (+28,9%), mentre evidenziano una caduta dei flussi in uscita i prodotti della metallurgia (-16,1%), i prodotti in metallo (-24%), gli autoveicoli (-1,2%).
Nonostante il contesto economico e il quadro geopolitico non siano al momento dei più favorevoli, sono nuovamente positivi gli ordini per i prossimi mesi per il comparto della siderurgia, mentre permangono negativi per la meccanica.
Il commento del capogruppo delle Industrie metalmeccaniche di Confindustria Udine, Davide Boeri: “L’aumento repentino dei tassi di interesse iniziato verso la fine del 2022 e proseguito pesantemente nell’arco del 2023 ha congelato l’inflazione, ma non le pressioni per nuovi aumenti salariali. Ora i dati economici del comparto metalmeccanico ci dicono che c’è contrazione degli ordinativi e un conseguente sensibile rallentamento in atto. È il periodo giusto per puntare al miglioramento della produttività interna delle aziende e di investire su macchinari e impianti. Fino ad ora, tutte le politiche di crescita realizzate a favore dell’industria sono state sfruttate bene dal nostro comparto. Che si chiamino 4.0 o 5.0 poco importam purché si punti in questa direzione, perché se l’industria cresce anche i salari ne beneficeranno”.