Ospedale di Gemona, i Comitati chiedono servizi sanitari adeguati e accessibili a tutti
Riceviamo da Claudio Polano, in rappresentanza dei Comitati a difesa dell’ospedale di Gemona, e pubblichiamo.
Il recente terremoto in Alto Friuli ha riportato alla luce la vulnerabilità della regione e l’importanza di strutture sanitarie adeguate per far fronte a potenziali emergenze. L’ospedale S. Michele di Gemona, noto per la sua completa antisismicità, si trova ora in una situazione critica a causa delle recenti riforme sanitarie regionali.
Nonostante la sua importanza strategica, l’Ospedale S. Michele è stato declassato a struttura semplice di distretto, privando la popolazione locale di servizi essenziali e posti letto per i pazienti acuti. Questa decisione, promossa dalle riforme Fedriga-Riccardi (centrodestra), Serracchiani-Telesca (centrosinistra) e Guerra-Fasola (centrodestra), ha suscitato preoccupazione tra i cittadini e i comitati locali.
Inoltre, il progetto di riabilitazione cardiologica regionale per il nosocomio gemonese non ha ancora visto la luce, evidenziando uno scarso interesse da parte dei politici locali e regionali per il futuro dell’ospedale.
La politica regionale sostiene che non sia possibile avere ospedali “sotto casa”, ma metà della regione dispone solo di un ospedale per acuti, con posti letto al di sotto della soglia minima di legge. L’Assessore Riccardi ha recentemente parlato di numeri minimi, ignorando il precedente successo del sistema sanitario regionale senza alcun limite numerico.
La politica regionale del centrodestra, una volta al governo, sembra aver ignorato le richieste dei propri elettori, proponendo ulteriori ridimensionamenti dei servizi ospedalieri e seguendo “indicazioni ministeriali”, nonostante l’autonomia legislativa regionale.
Questo approccio rischia di mettere a dura prova i cittadini dell’Alto e Medio Friuli, costretti a viaggiare per decine di chilometri, spesso senza mezzi pubblici adeguati, per ricevere cure mediche di base.
Il silenzio del Governatore Fedriga sulla questione della sanità e la mancata risposta alle richieste di incontro da parte dei comitati di cittadini evidenziano una preoccupante mancanza di attenzione verso le istanze della popolazione locale.
È fondamentale che le autorità regionali rivedano le loro politiche sanitarie, tenendo conto delle esigenze dei cittadini e dell’importanza di strutture come l’Ospedale S. Michele di Gemona, soprattutto alla luce dei recenti eventi sismici. La salute e la sicurezza dei cittadini devono essere la priorità assoluta, e il declassamento di un ospedale antisismico in una regione a rischio terremoti solleva serie preoccupazioni.
I comitati di cittadini e la popolazione locale chiedono un impegno concreto da parte delle autorità regionali per garantire servizi sanitari adeguati e accessibili a tutti, indipendentemente dalla loro posizione geografica. Solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo tra le istituzioni e i cittadini sarà possibile trovare soluzioni sostenibili per il futuro della sanità nella regione.
CLAUDIO POLANO
Comitati a difesa dell’ospedale di Gemona