Celebrata a Tarcento la 47ª Fieste de Patrie dal Friûl
Un cielo celeste, come la bandiera del Friuli, e un sole dorato, come la sua aquila, hanno accompagnato l’affollata 47^ edizione della Fieste de Patrie dal Friûl, ospitata da Tarcento, domenica 7 aprile.
L’evento – organizzato quest’anno a Tarcento da Comune, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e Agenzia regionale per la lingua friulana – ARLeF, in collaborazione con l’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean” – è cominciato con la deposizione, da parte delle autorità, di un omaggio floreale al cippo commemorativo dedicato a Chino Ermacora, sul colle di Sant’Eufemia, nella frazione di Segnacco. Giunte poi in piazza Libertà hanno assistito al tradizionale alzabandiera della bandiera del Friuli, accompagnato dalla Banda musicale ex alpini di Coia che ha suonato “Incuintri al doman”, l’Inno del Friuli. Il corteo si è quindi mosso verso il Duomo, dove è stata celebrata la Santa Messa in friulano, accompagnata dal Coro “San Pietro Apostolo”, con letture e preghiere anche in sloveno e tedesco. Terminata la funzione è stata la volta dell’esibizione del Gruppo folkloristico “Chino Ermacora”. Dato il benvenuto alla delegazione dei cicloturisti della FIAB Regionale, i presenti si sono spostati in sala Margherita per le celebrazioni civili, con l’Inno del Friuli, la lettura della Bolla imperiale e il tradizionale scambio della bandiera tra i sindaci. A seguire è stato trasmesso il nuovo video del canale YouTube in lingua friulana, YouPalTubo, La bandiere furlane tal spazi, in cui si racconta l’incredibile storia dell’astronauta di origini friulane, Gregory Thomas Linteris, che ha portato la bandiera del Friuli nello spazio. Per l’occasione presente anche Desiree Chiappo Debegnach, youtuber che ha raccontato la vicenda, e il protagonista dell’avventura “spaziale”, in un video messaggio. A chiudere la mattinata l’esibizione della soprano Maria Giovanna Michelini, accompagnata all’arpa da Serena Vizzutti.
A Tarcento era presente una nutrita delegazione di sindaci e di rappresentanti del territorio friulanofono, accolti dal padrone di casa, il sindaco di Tarcento Mauro Steccati. A portare il saluto nel corso della cerimonia civile, insieme a lui, sono stati Geremia Gomboso, presidente dell’Istitût Ladin Furlan; Walter Bandelj, presidente di SSO Sveta slovenskih organizacij e Raimondo Domenig, vice presidente di KKV Kanaltaler Kulturverein (due presenze, queste ultime, che confermano, ancora una volta, come la Fieste sia un momento importante per celebrare il valore e la ricchezza del plurilinguismo della nostra regione); Claudio Violino, vice presidente dell’ACLIF – Assemblea della comunità linguistica friulana; Dorino Favot, presidente dell’ANCI FVG – Associazione Nazionale Comuni Italiani; Federico Vicario, rappresentante dell’Università degli Studi di Udine e presidente della Società Filologica Friulana; Eros Cisilino, presidente dell’ARLeF – Agenzia regionale per la lingua friulana; l’onorevole Emanuele Loperfido; Pierpaolo Roberti (in video messaggio), assessore regionale alle autonomie locali; Barbara Zilli, assessore regionale alle finanze. Presenti, inoltre, il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, con la consigliera delegata, Stefania Garlatti Costa; Maurizio Negro, assessore del Comune di Gorizia; Paola De Giorgi, consigliera delegata del Comune di Pordenone.
L’assessore regionale alle autonomie locali, Pierpaolo Roberti, impossibilitato a partecipare, è intervenuto in un video messaggio augurando a tutti una buona Festa della Patria del Friuli. «Questo – ha dichiarato – è il momento per riflettere su quello che è lo stato di salute delle nostre lingue minoritarie. In questi anni, grazie al supporto decisivo e fondamentale dell’ARLeF, l’Amministrazione regionale ha fatto tanto, portando a casa risultati importanti. Penso all’attuale Piano generale di politica linguistica, all’istituzione del Teatro stabile friulano, alla convenzione Rai che ha introdotto per la prima volta i programmi televisivi in lingua friulana. Però è anche il momento per guardare avanti e vedere cosa c’è da fare. Cominciando proprio dalla Rai, che ha un’offerta ancora insufficiente. Fino al prossimo piano di politica linguistica, che dovrà compiere ulteriori passi avanti per trasmettere un messaggio fondamentale: quando parliamo di friulano non parliamo di una lingua che deve essere usata solo in casa, ma di una lingua veicolare da utilizzare dappertutto».
L’assessore regionale alle finanze, Barbara Zilli, ha sottolineato: «La Fieste de Patrie dal Friûl rappresenta un momento importante per rinnovare l’impegno a mantenere vivo e alto l’orgoglio di appartenenza alla comunità friulana. Il nostro è un popolo che ha radici profonde e lontane, composte da valori e principi, da cultura e identità che sono arrivate fino a noi con la forza dei nostri padri e che noi, oggi, dobbiamo rendere attuali e forti per guardare al futuro. In questo momento particolare della nostra storia, guardare alle radici e riscoprirle è un modo per non perdere la strada e non farla perdere nemmeno ai giovani. Il popolo friulano è forte della sua storia, è orgoglioso delle sue tradizioni e deve trovare maggiore coraggio dalla sua cultura, dai valori semplici, che nel corso del tempo hanno dato forma a una comunità capace di cadere e di risollevarsi anche nei momenti più bui. Abbiamo uno strumento meraviglioso per raccontare tutto questo e per vivere appieno la nostra friulanità: la nostra marilenghe».
A parlare anche il parlamentare Emanuele Loperfido che ha riportato come, intervenendo in Parlamento, ha fatto menzione al 3 di aprile e al suo valore. Portando il Firiuli come esempio di coesistenza pacifica di differenti identità. In chiusura, si è inoltre fatto portavoce delle istanze del friulano.
Il sindaco di Tarcento, Mauro Steccati ha aperto complimentandosi e ringraziando tutti coloro che, a qualsiasi titolo, hanno collaborato per la buona riuscita dell’evento. Si è quindi detto «onorato e orgoglioso di ospitare idealmente tutto il popolo friulano in questo luogo che ha dato i natali a tante altre personalità di rilievo che hanno contribuito, in modo significativo, a costruire la nostra storia. L’auspicio è che questa giornata sia un’occasione per porci delle domande, riflettere sulla nostra realtà e su come vorremmo fosse vissuta la nostra specialità, ragionando in termini contemporanei». In chiusura ha fatto un passaggio parlando dei giovani: «Dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni questo patrimonio».
Il presidente dell’ARLeF, Eros Cisilino, ha ricordato come Tarcento sia uno dei luoghi simbolo dell’identità friulana, avendo dato i natali a Chino Ermacora, abbracciato l’attività di don Duilio Corgnali e che vede suo cittadino Giorgio Jus, tra i fondatori del Movimento Friuli e padre del riadattamento che, negli anni ’70, venne fatto della bandiera, oggi simbolo indiscusso del Friuli e dei friulani in tutto il mondo. Il presidente ha quindi sottolineato l’importanza delle nuove generazioni per la salvaguardia della lingua friulana: «La Fieste de Patrie dal Friûl si è distinta, quest’anno, per il suo carattere propositivo, soprattutto nell’ambito di tutte le manifestazioni collaterali (che hanno raggiunto un vero record, in termini numerici). Mi piace sottolineare soprattutto il coinvolgimento dei più giovani. Sono sempre di più i ragazzi e le ragazze che, a vario titolo, si stanno dimostrando coinvolti nella tutela del friulano. Questo è senz’altro il risultato di un’attività di squadra che lavora nel quotidiano e su più livelli. Credo pertanto che la strada intrapresa sia quella giusta, anche se gli obiettivi da raggiungere ancora, non mancano».
Geremia Gomboso, presidente dell’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean” è tornato su un argomento che ha particolarmente a cuore: «È necessaria una gestione della scuola più autonoma. Questo consentirebbe di strutturare un piano di studi per insegnare la nostra storia. Non in ultimo, è urgente che il friulano venga insegnato in forma curricolare anche alle scuole medie, dove invece l’insegnamento si svolge per singoli progetti». Gomboso ha rimarcato anche la delusione per la mancata approvazione del messale romano in lingua friulana. Chiudendo, ha sottolineato l’importanza delle sempre migliori relazioni tra le minoranze linguistiche friulana, slovena e tedesca, che stanno lavorando assieme e facendo squadra: «L’esempio che siamo Europa».
Per l’ACLIF – Assemblea Comunità Linguistica Friulana, è intervenuto il vice presidente Claudio Violino ricordando l’importanza della Fieste, ma sottolineando soprattutto la necessità di guardare al futuro. Il presidente, Daniele Sergon, impossibilitato a essere presente, in una nota, ha posto l’accento sull’importanza dell’unità identitaria friulana: «Dobbiamo cogliere, dallo spirito di questa Festa, anche un’unità di intenti. Se restiamo uniti in questo momento, possiamo far valere i nostri diritti su alcune tematiche molto importanti come il friulano in Rai, e in particolare sul tg serale in lingua; ma anche sull’autonomia decisionale scolastica, per salvaguardare e valorizzare il friulano».
Il programma della Fieste è proseguito, nel pomeriggio, dopo il tradizionale pranzo, offrendo ai presenti la possibilità di partecipare agli itinerari culturali di Palazzo Frangipane.