Centinaia in piazza a Tolmezzo in difesa della Sanità pubblica del Friuli Venezia Giulia
Tantissime persone, diverse centinaia, hanno preso parte questa mattina di sabato 4 maggio alla manifestazione a difesa della sanità pubblica promossa dalle sigle sindacali, da Coordinamento salute FVG e Comitato per la salute della montagna, che si è svolta in piazza XX Settembre a Tolmezzo.
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GLI INTERVENTI
Per i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giulia Massolino: «Sosteniamo convintamente le istanze avanzate dalle sigle sindacali nel corso della manifestazione alla quale abbiamo aderito. Riteniamo sia indispensabile una immediata e decisa inversione di rotta nella gestione del servizio sanitario regionale rispetto alle scelte che sono state fatte negli ultimi anni, in particolare rispetto all’aumento delle risorse destinate ai soggetti privati considerata dalla Giunta Fedriga l’unica soluzione alle drammatiche difficoltà del sistema sanitario del Friuli-Venezia Giulia – affermano Massolino e Moretuzzo –. Crediamo invece sia indispensabile ripartire dal rafforzamento dei servizi pubblici che devono essere accessibili per tutte e tutti, e dall’ascolto e valorizzazione delle persone che lavorano dentro i sistemi di salute e con grande abnegazione garantiscono le cure disponibili e delle realtà che da tempo si sono mobilitate impegnandosi in analisi e proposte su questo tema».
“Una piazza gremita e rumorosa, un territorio che chiede a gran voce la tutela del fondamentale diritto alla salute. Noi siamo con loro”. Lo ha dichiarato il segretario della federazione provinciale Pd di Udine Luca Braidotti partecipando alla manifestazione organizzata dai Comitato per la Salute della Montagna e dai sindacati ‘La sanità pubblica è di tutti, difendiamola!”.
“Dal palco di Tolmezzo è arrivata una richiesta precisa il segretario dem – spiega rafforzare la sanità pubblica con servizi di prossimità che garantiscano a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica, il diritto a essere curati”.
“Il nomadismo sanitario, le liste d’attesa infinite, la rinuncia alle cure sempre più diffusa – aggiunge Braidotti – sono i sintomi di una malattia grave del sistema sanitario pubblico. La cura è la sanità territoriale che va costruita oggi non nel 2026 e che può funzionare solo se sostenuta da una rete ospedaliera che non può subire ulteriori tagli”.