CulturaGemonese

Matteo Bellotto presenta a Gemona la raccolta di poesie “Pôre di nuie”

Nuovo appuntamento per la rassegna “Di Pagina in Pagina”, dedicata agli incontri in biblioteca a Gemona con autori locali e nazionali. Il prossimo evento, in programma mercoledì 11 settembre alle 17.30 nella corte di Palazzo Elti (in caso di pioggoa al primo piano del Museo Civico dello stesso Palazzo Elti), vedrà come protagonista Matteo Bellotto, scrittore e poeta nato a Gemona nel 1980, con il suo ultimo lavoro, la raccolta di poesie “Pôre di nuie”. Bellotto, laureato in Filosofia, ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio e alla valorizzazione del vino, lavorando a stretto contatto con i Consorzi regionali e collaborando con la rivista Mangiavino dell’AIS – FVG. È autore di diverse opere tra cui “Storie di vino e di Friuli” e “Di Terra e di Vino”.

Nel suo percorso, Bellotto ha sviluppato un approccio unico alla degustazione del vino, integrando la storia del territorio, la geologia, le leggende locali e originali abbinamenti tra vini e musica. Questa metodologia trasforma ogni degustazione in una sorta di monologo teatrale, capace di evocare la bellezza e la profondità della terra friulana. Il suo ultimo lavoro, “Pôre di nuie”, una raccolta di poesie in friulano con traduzione in italiano, rappresenta un profondo esercizio di ricerca sulla musicalità della lingua friulana e sulla sua capacità di esprimere il reale in modo crudo e diretto, ma anche profondamente poetico.

“Il lavoro di Matteo Bellotto – afferma il vicesindaco e assessore alla cultura Flavia Virilli – rappresenta un contributo fondamentale per la preservazione della memoria e della bellezza delle storie e delle tradizioni, dei sapori e degli odori che caratterizzano in maniera così peculiare i nostri luoghi. Attraverso i suoi scritti e le sue degustazioni teatralizzate, Bellotto riesce a raccontare il Friuli in tutte le sue sfumature, rendendo ogni sua opera un viaggio sensoriale e culturale. È per noi una gioia ospitarlo nella sua città di origine e dare al pubblico l’occasione di entrare in contatto con un patrimonio culturale e identitario così ricco e variegato”.