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Pazienti che richiedono troppi farmaci, il monito dell’Ordine dei Medici di Udine

Sono sempre più frequenti le segnalazione che arrivano all’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Udine da parte dei Medici di Medicina Generale sulle richieste dei pazienti. Più volte l’Ordine è intervenuto sull’appropriatezza delle prescrizioni di esami diagnostici come Tac, lastre e risonanze magnetiche, richieste dai pazienti. A queste, purtroppo, si aggiungono le richieste di prescrizioni di farmaci che non sempre sono la strada giusta per trattare una patologia. Un esempio su tutti: l’ormai famosa compressa che serve a curare il diabete, oggi usata per dimagrire. Spopola negli States, tanto che i diabetici faticano a trovarla e il problema ha fatto capolino anche qui. “Effettivamente si tratta di un farmaco utile a dimagrire – spiega il Presidente dell’Ordine, Gian Luigi Tiberio – ma se il paziente deve perdere solo qualche chilo, la strada corretta è uno stile di vita sano, un po’ di dieta e attività fisica. Questo – aggiunge – è solo un esempio, ma sono sempre di più i pazienti che cercano di imporre al proprio medico la prescrizione di un farmaco, facendosi un’auto diagnosi. E’ corretto che i pazienti siano consapevoli e informati – sottolinea – ma è il medico e solo il medico che può prescrivere il trattamento più appropriato per quel paziente. Purtroppo nell’ultimo periodo riceviamo molte segnalazioni da parte dei colleghi che lamentano questo atteggiamento da parte dei pazienti e sembra quasi che venga a mancare quel rapporto di fiducia fondamentale tra il professionista e il suo assistito”.

Va precisato che tutti i Medici sono tenuti a seguire costantemente corsi di aggiornamento e di formazione continua, in modo da poter apprendere tutte le novità in campo farmacologico e clinico e dare la migliore risposta ai pazienti. Ma sembra che questo non basti e un diniego a una terapia richiesta dal paziente sfocia a volte in un atteggiamento aggressivo, sia verbale che fisico, come riporta purtroppo la cronaca quasi tutti i giorni. “In questo modo il nostro lavoro diventa sempre più difficile – dice Tiberio – Ritengo corretto che i pazienti s’informino, ma devono farlo sui canali giusti, non certo con dottor internet, e il canale più corretto è il proprio medico di fiducia. Da tempo – conclude – ci battiamo per prescrivere accertamenti solo laddove ne ravvisiamo la necessità, ora si pone anche il problema della richiesta inappropriata di farmaci, che non sempre rappresentano la via giusta per trattare diverse patologie. Non ci stancheremo mai di dire che i corretti stili di vita sono la strada migliore e, laddove questi non fossero sufficienti, saremo noi a indicare la cura più appropriata. Questa deriva nel rapporto tra medico e paziente non può che nuocere, è ora di invertire la rotta”.