RESIA- Domani la liberazione degli stambecchi

I numerosi progetti e studi attuati nel settore faunistico nel territorio del Parco naturale delle Prealpi Giulie consentono di conoscere e valorizzare la fauna di questo peculiare settore alpino. La promozione di iniziative e collaborazioni a livello internazionale ha anche ricadute positive per l’immagine del Parco e l’avvio di importanti iniziative di sensibilizzazione e promozione del turismo naturalistico.
Le ricerche in atto hanno lo scopo di definire la presenza e distribuzione delle numerose specie presenti e contribuire alla ricostituzione di un patrimonio faunistico adeguato alle vocazionalità dell’area. Al riguardo il Parco si è impegnato in progetti di ripopolamento e reintroduzione che hanno riguardato in particolare il Camoscio, la Marmotta e lo Stambecco. Mentre per le prime due specie le immissioni si sono concluse, in quanto le popolazioni presenti sono oramai in grado di aumentare in maniera autonoma, per lo Stambecco si prevede ancora l’immissione di un certo numero di capi sul Monte Canin. Nell’area, dopo attente analisi e valutazioni ecologico-ambientali, è stato avviato un progetto, coordinato dal faunista Fulvio Genero coadiuvato dal collega Marco Favalli, che è entrato solamente negli ultimi anni nella fase operativa. I primi sei stambecchi sono stati liberati nel maggio 2002, provenienti dal Parco piemontese delle Alpi Marittime. Questo primo nucleo si è insediato sui versanti resiani del Canin e le prime nascite si sono verificate nella stessa estate. Per il completamento del progetto si è cercato di differenziare l’origine degli animali (al fine di garantire maggior variabilità genetica) trovando una buona collaborazione a livello internazionale che ha consentito di ottenere in forma completamente gratuita 6 stambecchi dalla Svizzera (Langenberg Wildpark) e da Salisburgo (Tiergarten Salzburg) nel 2003 ed altri 7, dalle medesime istituzioni, nel 2004. Entrambi i rilasci sono stati effettuati nei pressi di Casera Canin, dove gli animali sono stati trasportati con l’ausilio di un elicottero, ed hanno visto la partecipazione di un pubblico numeroso ed interessato.
I risultati dell’operazione sono stati decisamente positivi, con l’insediamento della colonia sui versanti resiani del Canin e solamente 3 capi che si sono spostati in aree esterne. Con gli anni è aumentata l’area utilizzata dagli stambecchi che oggi sta interessando anche i settori verso il Monte Sart e la conca del Rifugio Gilberti. Aumentano anche gli scambi con la vicina colonia del Tarvisiano, fattore fondamentale per incrementare la variabilità della popolazione e formare un collegamento tra le popolazioni attualmente presenti sulle Alpi orientali. La produttività della giovane colonia è buona; praticamente ogni anno le femmine adulte hanno il piccolo e fino ad ora sul Canin sono nati ben 18 capretti. In pochi anni la consistenza, partendo da 22 animali liberati, ha raggiunto una quarantina di stambecchi.

Quest’anno verranno reintrodotti altri 5 stambecchi grazie alla disponibilità della Svizzera che prevede di donare un certo numero di animali a varie aree protette in Italia. Un secolo fa gli svizzeri prelevarono furtivamente vari stambecchi (soprattutto capretti) nelle ultime colonie alpine presenti sul territorio italiano, al fine di reintrodurre gli animali sulle loro montagne. Gli svizzeri intendono ora compiere un gesto simbolico importante, restituendo quegli stambecchi agli italiani.
Tra i beneficiari di questo apprezzabile gesto c’è anche il Parco delle Prealpi Giulie che, come ricordato, in altre due occasioni ha ricevuto stambecchi da svizzeri e austriaci e che avrà quindi ancora la possibilità di liberare animali importanti per la dinamica e vitalità della colonia del Canin.
L’importanza che la Confederazione elvetica assegna all’operazione viene confermata dalla presenza al rilascio del console generale della Svizzera a Milano, dott. David Vogelsanger.
Tutti i capi vengono marcati con marche auricolari colorate e due saranno dotati di trasmittenti per la ricerca telemetrica. Verrà inoltre applicata ad uno stambecco una trasmittente a funzionamento satellitare che consentirà di conoscere in modo preciso gli spostamenti dell’animale ricevendo le informazioni direttamente via internet. L’applicazione segue quella sperimentale in atto da due anni su uno stambecco liberato sul Canin e che ha dato importanti risultati, consentendo di monitorare in continuazione e con regolarità tutti gli spostamenti di questo individuo.

L’importanza di questa specie per l’area protetta è notevole non solo dal punto di vista ecologico e scientifico, ma anche culturale e di immagine. Si tratta, infatti, di uno dei rappresentanti più belli e noti della fauna alpina, che costituisce un sicuro motivo di interesse e di richiamo per queste bellissime montagne. L’area riveste inoltre un’importanza strategica per la specie, potendo rappresentare un futuro collegamento tra le esistenti colonie del Tarvisiano, del Tricorno e del Monte Plauris.
Il Parco e la Val Resia ripongono grande fiducia in questo progetto che consentirà di rafforzare la presenza della specie sulla Alpi orientali, collaborando con la vicina Slovenia e la Foresta di Tarvisio per la gestione di piani di monitoraggio che permettano di seguire la dinamica delle popolazioni e gli spostamenti degli animali sul territorio.

L’arrivo degli stambecchi è previsto per le ore 11 di sabato 27 maggio e la liberazione è prevista per le ore 11.30 circa presso Casera Coot.
All’operazione interverranno Autorità e rappresentanti degli Enti Locali, oltre a tecnici faunisti e personale del Corpo Forestale Regionale e del servizio di vigilanza ambientale della Provincia.