Celebrati a Ovaro i 20 anni di certificazione Pefc per la gestione forestale sostenibile Fvg
“Emerge una grande capacità di questi territori di evitare le solitudini, che sono un problema del nostro tempo. Il bosco, la filiera forestale, la certificazione, sono strumenti per essere più comunità e qui in Carnia si dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia in Italia nelle politiche montane che passano da istituzioni che dialogano con le imprese, con il terzo settore e le comunità protagoniste”. Con queste parole il presidente nazionale dell’UNCEM (Unione Nazionale Comuni, Comunità e Enti Montani) Marco Bussone, ha fatto sintesi della tavola ritonda tenutasi martedì 15 ottobre a Ovaro, per celebrare i 20 anni di certificazione PEFC per la gestione forestale sostenibile in Friuli Venezia Giulia.
All’evento, organizzato dall’UNCEM del Friuli Venezia Giulia, che tira le fila dei 61 soci pubblici che compongono il gruppo di gestione forestale sostenibile, hanno partecipato decine di sindaci che, in rappresentanza dei rispettivi comuni hanno ritirato la targa del ventennale, oltre a rappresentanti degli altri soci, tra questi anche la Regione FVG, nonché dottori forestali e imprenditori boschivi.
“Questi 20 anni – ha spiegato Ivan Buzzi, presidente di Uncem FVG – sono un punto di arrivo e traguardo che inorgoglisce chi lo ha realizzato, inizialmente Legnoservizi alla quale è succeduta Uncem, che segue la certificazione. Grazie a ciò le proprietà boschive pubbliche sono valorizzate anche economicamente, con vantaggi per il territorio. La certificazione non è però solo un attestato ma un percorso di sviluppo e valorizzazione ambientale e turistica sostenibile. L’obiettivo è di fornire opportunità ai giovani e alle comunità: la certificazione è un modo per creare economia, sviluppo e opportunità”.
Nata con lungimiranza oggi la certificazione Pefc delle foreste, e quindi del legno, si è affermata nella Regione Friuli Venezia Giulia ed è ritenuta indispensabile per il futuro della vita e dello sviluppo dei boschi, nonché delle comunità che ci vivono e lavorano.
Un trend, quello dell’attenzione alla sostenibilità, che è stato sottolineato dagli interventi, come quello di Giorgio Alberti, professore ordinario di Selvicoltura ed assestamento forestale dell’Università di Udine, che ha ricordato come il consumatore voglia essere sicuro che anche i prodotti non legnosi derivino da metodi sostenibili e il Friuli, con tre parole chiave quali verde, tradizionale e locale, nonché con la sua biodiversità di cui è ricca, può creare anche una filiera turistica delle foreste, se si pensa anche agli effetti che hanno sulla salute con il forest bathing.
Molti i temi trattati nella tavola rotonda, compreso quello della certificazione dei sistemi ecosistemici e di quantificare le tonnellate di CO2 non emesse (con casi di specie come quello portato dal Consorzio Boschi carnici) e soprattutto la consapevolezza, ricordata dal direttore del Servizio foreste della Regione Fvg, Rinaldo Comino, che la parola chiave è rete, che non significa pensarla nello stesso modo ma partecipare a una sfida comune.
Alla tavola rotonda hanno partecipato anche: Giuseppe Vanone – Presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali de Friuli Venezia Giulia; Emilio Gottardo – Responsabile Gruppo di lavoro energia e clima, Legambiente Friuli Venezia Giulia; Daniele Peresson – Responsabile tecnico Gruppo Gestione Forestale Sostenibile del Friuli Venezia Giulia – Uncem FVG; Erika Andenna – Direttore Consorzio Boschi Carnici; Romano Benet – Vicepresidente Consorzio Agrario di Ratece/Agrarna Skupnost Rateče; Agostino Michelin – presidente Associazione imprenditori boschivi del Friuli Venezia Giulia; Marco Bonavia, vicepresidente PEFC.