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Il Parco delle Prealpi Giulie esempio di “best practice” a livello europeo

“Il Parco naturale delle Prealpi Giulie è una “best practice” a livello nazionale ed europeo. Con una gestione dinamica, capace di attrarre fondi comunitari, di operare in maniera transfrontaliera e con elevate competenze scientifiche, è un motore di sviluppo della montagna. Con queste caratteristiche l’ente è riuscito ad attrarre a sé l’interesse di molti giovani che sono parte attiva nel rilancio della montagna, dimostrando che si può rispettare l’ambiente e preservarlo facendo economia”.
È il commento dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche Stefano Zannier a margine dell’incontro con i gestori del Parco naturale delle Prealpi Giulie che si è tenuto oggi a Resia, alla presenza della presidente del Parco Anna Miceli, del direttore Stefano Santi, degli amministratori locali e dello staff. Il Parco naturale delle Prealpi Giulie afferisce a sei Comuni (Chiusaforte, Lusevera, Moggio Udinese, Resia, Resiutta e Venzone) ed è incluso nella Riserva transfrontaliera della Biosfera MaB Unesco, che si estende nel territorio italiano su ulteriori cinque Comuni (Dogna, Artegna, Gemona del Friuli, Montenars e Taipana) per una popolazione complessiva di oltre 22mila abitanti e un’estensione superiore a 700 chilometri quadrati, a cui si aggiunge il territorio sloveno.

da sinistra Santi, Zannier e Micelli

“Il Parco è un sistema di sistemi, come ci è stato ben illustrato oggi – ha evidenziato Zannier -, un ente che interagisce a livello istituzionale con l’Unione europea, lo Stato, la Regione, i Comuni, la Comunità di montagna, gli altri Parchi, i soggetti del terzo settore, la comunità costituita dalla cosiddetta cittadinanza attiva. Oltre ad operare per la massimizzazione della tutela della biodiversità, il Parco si fa carico di progetti di sviluppo sostenibile, collettivo e delle comunità locali; questo non può che essere un orgoglio per la Regione Friuli Venezia Giulia” ha sottolineato Zannier.
Con queste finalità sono stati attivati diversi progetti europei per un valore complessivo di oltre 5 milioni e mezzo di euro dal 2001 ad oggi. Attualmente il Parco è impegnato nella gestione del progetto europeo Interreg Italia-Austria “Indialps” rivolto ad uno sviluppo turistico innovativo e sostenibile nella regione Alpe Adria.
Zannier ha rivolto un plauso particolare all’attività e all’impegno della Consulta dei Giovani, una realtà nata nel 2018 per i sei comuni del Parco ed estesa nel 2020 agli altri cinque comuni della Riserva della Biosfera. Rivolta a tutti i giovani di età compresa fra i 16 e i 30 anni residenti nei Comuni della Riserva, la Consulta opera come organo consultivo del Parco e fa parte della governance della Riserva della Biosfera svolgendo numerose attività di educazione, valorizzazione e inclusione.
“Questa è una esperienza che investe concretamente sul futuro e sulle alte competenze dei giovani i quali, se valorizzati al meglio, dimostrano di avere un attaccamento vero alla montagna, un concreto desiderio di viverla e di riportarla al centro di una reale economia sostenibile” è stata la riflessione dell’assessore.
Ad oggi il Parco conta nove dipendenti, oltre al direttore, e gestisce un budget ordinario annuo di oltre un milione di euro. Il Parco si occupa della manutenzione di oltre 300 chilometri di sentieri Cai. Tra le opere pubbliche sta realizzando, per conto della Comunità di Montagna Canal del Ferro e Val Canale, il primo e il secondo lotto di manutenzione straordinaria del percorso cicloturistico Val Resia. Grazie a finanziamenti regionali ed europei sta inoltre investendo sui lavori di adeguamento funzionale della sede e del centro visite.
In ambito naturalistico, fa capo al Parco anche la gestione delle tre aree Natura 2000 delle Prealpi Giulie settentrionali, del Zuc dal Bor e delle Alpi Giulie. Inoltre, sempre in ambito naturalistico, l’ente ha vinto un bando del National Biodiversity Future Center, finanziato da fondi comunitari e ministeriali, per il monitoraggio ottimale dei mammiferi (MOM-PG), in collaborazione con il dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli studi di Trieste