Gli alberghi dell’Alto Friuli puntano al 100% di prenotazioni durante le feste
L’obiettivo è arrivare al clou delle vacanze invernali, quest’anno dal 28 dicembre, con il sold out nella montagna friulana. E le premesse sono buone. È lo scenario che delinea la presidente provinciale di Udine di Federalberghi Paola Schneider, a pochi giorni dall’avvio ufficiale della stagione e con l’occhio già rivolto all’imminente weekend, quando tutti i poli sciistici del Friuli saranno aperti. «Il paesaggio innevato c’è – afferma -, le prenotazioni si aggirano attorno al 60-70 per cento e l’auspicio è, quindi, di arrivare al 100% dai giorni dopo Natale, quando le persone si muovono molto di più che nei giorni a ridosso o immediatamente dopo il 25 dicembre.
In questi primi quindici giorni di dicembre, prosegue Schneider, «i mercatini di Natale hanno confermato la loro capacità attrattiva e anche i primi week end sono stati abbastanza soddisfacenti. Probabilmente avrebbero potuto esserlo di più se le previsioni meteo da giorni non avessero previsto una tale quantità di neve, che poi non c’è stata, da scoraggiare il viaggio in montagna. Purtroppo, non è la prima volta che accade che ci sia una netta differenza tra ciò che è previsto con largo anticipo, che colpisce le persone, e ciò che poi realmente si verifica».
In ogni caso, Schneider per le imminenti festività è positiva, mentre invece pone un punto di domanda sul prosieguo della stagione, per ciò che accadrà dal 6 gennaio in poi: «Per una montagna come la nostra che tra gennaio e febbraio vive molto con le prenotazioni che arrivano dall’Est Europa e dall’area balcanica, sarà fondamentale monitorare lo scenario internazionale, per capire come evolve – spiega -. Un po’ di attesa c’è, perché il conflitto ucraino-russo è ancora in corso e bisognerà verificare come si svilupperà, anche a seguito della nuova presidenza americana. Insomma, sono anni in cui nulla si può dare per scontato. Per ora ci sono tante richieste di informazioni, ma ancora poche conferme».
Ma quali sono le novità che i turisti troveranno nelle strutture di accoglienza friulane, in particolare sul listino prezzi? «Una certa stabilità rispetto all’anno scorso – afferma la presidente provinciale -. I prezzi sono cresciuti dopo il Covid, ma ora il Friuli Venezia Giulia si conferma tra le regioni meno care. Del resto è evidente che le famiglie in genere fanno più fatica. Dobbiamo abituarci ad avere più arrivi e meno presenze, cioè un turn over più accentuato che in passato. Qualche anno fa le vacanze invernali erano generalmente di 7 giorni, poi – conclude Schneider – sono diventate di 5 e ora la media è di 3 giorni».