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Buja onora i suoi concittadini deportati nei campi di concentramento nazisti

In occasione della celebrazione del Giorno della Memoria, data che da oltre vent’anni nell’anniversario del giorno in cui le truppe dell’Armata  Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz ricorda le vittime dell’Olocausto, Buja onorerà la memoria delle sue cittadine e dei suoi cittadini deportati nei campi di concentramento nazisti, con la posa di sei “pietre  d’inciampo – Stolpersteine”. 

Il progetto, patrocinato e sostenuto dal Comunee promosso dalla Associazion Culturâl El Tomât con la determinante collaborazione di un  gruppo di lavoro composto da cittadine e cittadini impegnati a vario titolo nella condivisione della iniziativa, ha visto il contributo attivo di ANPI, ANA, ANED, APO, IFSML e di altre associazioni bujesi e la partecipazione di alcune classi della scuola secondaria di primo grado. 

La cerimonia si svolgerà nel pomeriggio di domenica 26 gennaio,  quando verranno posate le pietre d’inciampo, realizzate dall’artista Gunter Demnig, ideatore del progetto Stolpersteine. Alle ore 14.30 saranno collocate nella piazza di Avilla tre pietre che ricordano Eugenio Baldassi, Luigi Ondevieni e Armando Tonino. Alle 15.30 la cerimonia si sposterà a Santo Stefano, nella piazza del Municipio, per la posa delle pietre dedicate a Felicita Calligaro, Gemma Calligaro e Ascanio Papinutti  e si concluderà con la deposizione della corona alla lapide dei deportati bujesi deceduti nei campi di concentramento. Alle varie fasi della cerimonia interverranno i familiari eredi dei deportati, i rappresentanti delle istituzioni civili e religiose che hanno patrocinato e sostenuto il progetto e i delegati delle associazioni bujesi e friulane che lo hanno attivamente condiviso. 

Infine, giovedì 30 gennaio alle ore 20.15 presso la Biblioteca Comunale di Buja, con l’intervento di Angelo Floramo e sabato 8 febbraio alle 19.15 presso la Sala Mons. Beinat di Avilla, verrà presentato e distribuito il quaderno “Nomi di pietra – tra storia e memoria”, che racconta, attraverso documenti  in gran parte inediti, le difficili e tormentate condizioni di vita delle comunità bujesi sotto il peso della violenza fascista e dell’occupazione nazista, le drammatiche circostanze degli arresti e i percorsi tragici della deportazione.