Tolmezzo, la disparità di genere nella Scienza nell’incontro promosso dall’Isis Paschini-Linussio
Due atenei, Udine e Trieste, due centri di ricerca nazionali, OGS e INFN, due centri di ricerca internazionali, ICTP e ICGEB, un moderatore, alcune classi del “Paschini-Linussio”. Al Teatro Candoni di Tolmezzo si è svolta la conferenza dal titolo “La disparità di genere della Scienza”, organizzata dall’Istituto carnico con lo scopo di sensibilizzare gli studenti e le studentesse sul tema.
Il moderatore Giacomo Plozner ha accompagnato le classi, con riflessioni personali e domande agli ospiti, in un percorso nel mondo della disparità di genere, affrontando in particolare le difficoltà che le ragazze e le donne incontrano nel ricoprire posizioni apicali in aziende, comunità o centri di ricerca. A portare le proprie considerazioni, osservazioni ed esperienze personali sono stati il prof. Alessio Fornasin dell’Università di Udine, la prof.ssa Maria Dolores Ferrara dell’Università di Trieste, la dott.ssa Paola Del Negro dell’Istituto Nazionale di Oceoanografia e Geofisica Sperimentale, la dott.ssa Barbara De Lotto dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Trieste, la dott.ssa Maria Liz Crespo dell’International Centre for Theoretical Physics, i dott. Emanuele Buratti e Suzanne Kerbavcic dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology.
Se da un lato si sono osservati numeri incoraggianti nelle iscrizioni delle studentesse a corsi di laurea STEM, dicono i referenti degli Atenei, dall’altro si nota un forte calo della presenza femminile nelle posizioni di dottorato, postdoc e amministrative. I numeri, a volte confortanti e quasi in parità, nascondono delle differenze nella qualità delle posizioni ricoperte, rendendo di fatto la parità di genere ancora lontana. Del Negro ha sottolineato come le difficoltà per una donna non inizino tanto nella carriera di ricercatrice, quanto in quella più elevata dirigenziale, dove a volte bisogna superare le diffidenze delle persone esterne all’organizzazione. De Lotto ha riferito delle attività che la Sezione di Trieste dell’INFN porta avanti, raccontando la propria esperienza personale legata ad alcune studentesse che hanno concluso il dottorato in Fisica, supportando quanto già detto precedentemente. Osservazioni simili sono state fatte anche da Crespo, la quale ha evidenziato l’importanza di continuare a lavorare per la parità in modo concreto, riportando la volontà del Centro di costruire una struttura per la cura dei bambini così da facilitare le scienziate nella gestione dei figli piccoli. Kerbavcic ha descritto le attività che vedono impegnato il centro per stanziare premi e borse di studio destinati a studentesse e ricercatrici meritevoli, premiando il loro lavoro e determinazione. Buratti ha poi portato alcuni esempi di come la differenza di genere abbia reso alcuni esperimenti su animali non oggettivi, in quanto le cavie erano sempre e solo maschi. Noto è stato il caso della talidomide, farmaco che causò gravi danni ai feti umani, mentre tale problema non era stato riscontrato nei test in laboratorio in quanto tutte le cavie erano topi maschi.
La disparità di genere è sicuramente un problema che colpisce la società su diversi piani, tra cui quello economico e lavorativo sono forse i principali. Anche la Scienza, però, non è immune da questo: un numero maggiore di scienziate e ricercatrici potrebbe portare un grande contributo all’avanzamento delle conoscenze. Gli interventi e le osservazioni hanno voluto delineare agli studenti il problema, sottolineando quanto sia importante lavorare con impegno e qualità per superare questo divario.