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Cinquanta carnici over 70 coinvolti in soluzioni innovative per la longevità e il benessere cognitivo

Nove comunità  carniche e una cinquantina di abitanti over 70 coinvolti in soluzioni innovative per la longevità e il benessere cognitivo degli anziani nelle Alpi. È la sostanza del progetto che debutta martedì 4 marzo per svilupparsi fino a fine settembre e che ha come protagonisti la cooperativa tolmezzina Cramars, la startup triestina Optimens, le amministrazioni comunali e comunitarie e i servizi sociosanitari del territorio coinvolto: Cavazzo Carnico, Amaro, Arta Terme, Socchieve, Preone, Prato Carnico, Comeglians, Ovaro e Ravascletto. L’iniziativa rappresenta un’importante integrazione tra innovazione tecnologica e innovazione sociale, mettendo in luce come la tecnologia può essere un mezzo per rafforzare le connessioni sociali e migliorare la qualità della vita degli anziani nelle comunità di montagna.

Attraverso una piattaforma digitale sviluppata appositamente, sarà erogato un servizio di allenamento cognitivo, progettato per rispondere alle specifiche necessità delle persone anziane che vivono in montagna. Per una decina di settimane, dopo un’adeguata informazione e preparazione dei soggetti che saranno punto di riferimento sul territorio per le comunità locali, gli anziani individuati saranno raggiunti una volta a settimana attraverso lo smartphone e saranno coinvolti in una diversificata attività di allenamento cognitivo.

“Silver in Alps. Soluzioni innovative per la longevità e il benessere cognitivo degli anziani nelle Alpi” è un progetto che nasce come risposta a un bando del Consorzio iNest, Interconnected Nord-Est innovation ecosystem, cioè la rete per l’innovazione che coinvolge Università statali e non statali, enti pubblici e di ricerca, istituzioni territoriali e altri soggetti pubblici e privati. Un bando ispirato agli “Ecosistemi dell’innovazione in montagna”, nell’ambito del progetto di ricerca “Creazione e rafforzamento di ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità” che ha come capofila l’Università di Bolzano. I finanziamenti sono Ue, attraverso il piano Next Generation Eu.

«È un progetto che ha diversi aspetti di innovativi – premette la presidente di Cramars, Stefania Marcoccio -. Il decadimento cognitivo rappresenta una delle criticità all’interno della popolazione che invecchia e questo ci impone di lavorare per attuare azioni che ne attenuino il rischio. INEST ci ha permesso di connettere l’innovazione tecnologica con l’innovazione sociale, un’autentica novità nell’approccio. Una scommessa che ha trovato nel cuore della Carnia la realtà dove poter mettere in pratica ciò che la letteratura scientifica ha ormai convalidato: circa il 40% delle demenze mondiali potrebbe essere prevenuto o ritardato agendo sui principali fattori di rischio modificabili». Tra questi, l’isolamento delle persone, l’annullamento o il ridimensionamento delle relazioni sociali. «In Carnia – illustra Marcoccio -, 16 dei 28 Comuni sono classificati come periferici o ultraperiferici, con una popolazione di circa 20mila abitanti soggetta al calo demografico, dove gli over 65 rappresentano mediamente il 30% della popolazione». Ne deriva che «il rischio di decadimento cognitivo è una questione strategica per le comunità locali di montagna», aggiunge Marcoccio.

Ora il progetto è ai nastri di partenza: la fase iniziale include un’azione di sensibilizzazione delle comunità sulla prevenzione del declino cognitivo, in collaborazione con gli enti locali, i servizi socioassistenziali e le associazioni del territorio. Nel corso dell’estate sarà attivato il servizio di allenamento cognitivo telefonico, gestito da operatori appositamente formati, che utilizzeranno la piattaforma per interagire con gli anziani, identificati grazie alle reti territoriali. Il training cognitivo avrà delle sezioni personalizzate e avrà sezioni integrati con la gamification per rendere l’esperienza di allenamento più stimolante e coinvolgente.

«Il coinvolgimento attivo delle comunità locali rappresenta un aspetto fondamentale per l’attuazione e il successo del modello di innovazione sociale», conclude Marcoccio, pensando a tutti i soggetti che a vario titolo partecipano alla riuscita del progetto, che trarrà le sue prime conclusioni a settembre: il Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito territoriale Carnia, con la dottoressa Paola Dario, la Comunità di Montagna della Carnia, con il presidente Ermes de Crignis e l’assessore Adelia Candotti.