6 MAGGIO- Ieri sera il presidente Illy in Duomo a Gemona

6 maggio 1976, ore 21.06, il
terremoto devasta il Friuli, il suo tessuto sociale, il suo
sistema economico, “strappando” mille vite e causando migliaia di
feriti.

Ieri sera Gemona, “cratere” del sisma, alle 21.06 esatte ha
ricordato con 400 tocchi di campana provenienti dal Castello i
suoi tanti, troppi morti (quasi la metà di tutti quelli provocati
dal sisma) nel corso della messa di commemorazione svoltasi al
duomo.

Cerimonia alla quale sono intervenuti, accanto al sindaco
Gabriele Marini, il presidente della Regione Riccardo Illy, il
presidente della Provincia Marzio Strassoldo ed il sen. Giovanni
Collino.

A conclusione del rito religioso officiato da monsignor Gastone
Candusso, che ha ricordato le sofferenze ed il cammino
dell’intensa e difficile opera di ricostruzione svolta grazie
alla solidarietà nazionale ed internazionale, il sindaco Marini
ed il presidente Illy hanno sottolineato l’impegno e la capacità
di rinascita di questa comunità.

Gemona del Friuli, ha osservato Illy, rappresenta il “simbolo”
della tragedia e di quell’attività di ricostruzione che è quasi
completamente ultimata ma che dovrà essere perfezionata – per il
trentennale del 2006 – con il completamento del castello di
Colloredo di Montalbano e del castello di Gemona, la
realizzazione del Museo del duomo, la creazione di un Centro
culturale nella stessa Gemona.

“Per tutte queste opere – ha assicurato il presidente Illy – la
Regione farà la sua parte”.

Illy ha quindi richiamato il difficile momento economico che il
Friuli sta passando (citando ad esempio la Manifattura di Gemona)
ma anche il sostegno che la Regione intende offrire ai lavoratori
ed alle imprese dell’area, nella certezza che la situazione potrà
essere affrontata con coraggio e determinazione da parte di
tutti.

Questa sera, 29 anni dopo, al termine della commemorazione e
durante il corteo diretto verso il cimitero, il silenzio, quel
terribile silenzio che si era “scatenato” a Gemona e nel Friuli
dopo le 21.06 ha nuovamente accompagnato i mille morti del 6
maggio 1976.