TOLMEZZO- Il bilancio della “Stagione di prosa della Carnia”

A conclusione della 35^ Stagione di Prosa della Carnia, è tempo di analizzare gli esiti prima di passare alla programmazione della nuova edizione.

Strumento prezioso per gli organizzatori, i questionari distribuiti agli spettatori: sono stati raccolti 167 questionari, e le sorprese non mancano.

Uno spettacolo su tutti, con 91,6 punti su 100: il balletto “Don Chisciotte”, con Andrè de la Roche, tratto dal romanzo di Cervantes con le coreografie di Milena Zullo. È singolare che vinca una proposta … non di prosa, ma il Balletto di Roma ha convinto e addirittura entusiasmato. Segue l’intelligente “Edipo.COM” di Giole Dix e Sergio Fantoni, che sono poi rispettivamente anche il protagonista ed il regista: 89,4. Un risultato ottimo per un testo non facilissimo, trascinato da una grande performance d’attore.

Subito dopo nel godimento del pubblico, lo spettacolo inaugurale “Stregata dalla luna” di Shanley, regista Gigi Proietti: 88,2. Una storia dolce – amara, divertente e sentimentale a un tempo. Bravi gli attori: Sandra Collodel, Pino Quartullo e, in un cameo, Isa Barzizza.

Fin qui, risultati abbastanza prevedibili ma la lieta sorpresa è “Gabriele” di Paravidino e Rappa (che è anche il regista). Produzione del Teatro Stabile di Bolzano ma attori non conosciuti al grosso pubblico: commedia fresca, nuova, che pone sotto i riflettori giovani d’oggi con i loro problemi ed il loro linguaggio. Sono 83,2 punti ma valgono di più. Esattamente il contrario de “Il piacere dell’onestà” di Pirandello: intoccabile l’autore, bravissimi e di meritata notorietà gli interpreti, Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi su tutti ma pure Orazio Stracuzzi, efficacissimo nel ruolo del parroco; importanti la regia di Lamberto Puggelli, già braccio destro di Strehler al Piccolo di Milano. Un gradimento di 81 per uno spettacolo così, fa pensare: che il dialogo, un tempo lodatissimo, suona oggi eccessivo e verboso, che la scarsa azione avrebbe richiesto una regia meno tradizionale. Lamenti per noia, peccato. Ci si aspettava un gradimento maggiore anche per “I ragazzi irresistibili” di Neil Simon, con Johnny Dorelli, per la prima volta a Tolmezzo, e con Antonio Salines e Orazio Bobbio. Il regista Macedonio ha accentuato l’aspetto malinconico della commedia e l’impeccabile meccanismo comico ne ha sofferto: 80,7.

Quasi lo stesso punteggio per “Il mercante di Venezia”: 80,4. Però la tragicommedia di Shakespeare, nell’edizione innovativa della compagnia Diablogues/Le Belle Bandiere non mirava a consensi unanimi. Il gruppo Bucci – Randisi – Sgrosso – Vetrano, già ospitato lo scorso anno in un “Berretto a sonagli”, lavora su testi conosciuti evitando banalità e luoghi comuni. Insomma, non possono e non vogliono piacere a tutti ma sono bravi.

Chiude nei gradimenti, con 69,1 “L’impresario delle Smirne”, opera minore di Goldoni che piace ai teatranti per il ritratto crudele che di loro e degli impresari fa Goldoni – autore. Non ha convinto, la compagnia dei giovani, pur pilotati dall’esperto Nino Castelnuovo. L’esito è comunque discreto.

Nella stagione che ha offerto una sala completamente rinnovata (ma restano perplessità sulle nuove poltroncine), si è registrata un’inversione di tendenza dopo il calo del 10% circa dello scorso anno. Il gradimento medio degli spettacoli è invece calato di un punto, rispetto all’anno precedente. La spiegazione è chiara, se si confrontano i migliori risultati della scorsa stagione, tre spettacoli comici: Zuzzurro e Gaspare, Neri Marcorè, Carlo Giuffrè.

Il pubblico chiede spettacoli divertenti. Ben fatti, ben interpretati, magari pure intelligenti ma divertenti.

Ed è questo anche il commento di molti spettatori, in calce ai questionari. L’indicazione per la 35^ Stagione è chiara: il nome importante attrae abbonamenti ma non basta. La vita è già piena di preoccupazione: per favore fateci ridere!