UDINE- Presentante le linee del nuovo “Progetto Montagna”
Sono state presentate ai rappresentanti delle
Province e delle Comunità montane, agli esponenti delle
organizzazioni sindacali dei lavoratori e della cooperazione,
delle associazioni degli imprenditori, nonché della Promotur e
dell’Agemont, le linee di indirizzo per la stesura del nuovo
“Progetto montagna”.
Marsilio ha preso lo spunto dalle riflessioni maturate negli
ultimi mesi da parte delle istituzioni locali, delle parti
sociali, delle organizzazioni economiche e della Chiesa udinese
sui problemi della montagna. Riflessioni “che hanno sollecitato
l’Amministrazione regionale a ripensare l’azione politica per i
territori montani, con l’obiettivo di agire attraverso nuovi
strumenti, nuovi metodi e nuovi modelli per uno sviluppo
sostenibile e duraturo”.
L’assessore ha parlato della pluralità di sistemi montani che
oggi compongono la realtà economica del territorio svantaggiato,
facendone un “insieme non più omogeneo”, contraddistinto da
caratteristiche economiche, demografiche e strutturali
differenziate, quindi con dinamiche di sviluppo diverse.
Per Marsilio “il riscatto della montagna passa attraverso la
consapevolezza, da parte dell’intera società regionale, del
valore intrinseco delle risorse che la montagna può offrire alla
competitività del sistema regionale”. Occorre altresì che si
sviluppi una forte cooperazione fra soggetti pubblici e privati
nella promozione di azioni destinate a valorizzare e integrare
nel sistema regionale le diverse qualità dei singoli sistemi
montani.
“Serve che si radichi – sempre secono Marsilio – in chi vive e
lavora in montagna la convinzione di poter diventare protagonista
di uno sviluppo stabile del territorio”.
La ricetta di Marsilio presuppone poi un “approccio globale e
intersettoriale a ogni singolo sistema montano, individuando
strumenti capaci di esaltarne le potenzialità e di favorire piena
sinergia tra gli interventi dell’ente pubblico, e di integrare le
risorse pubbliche con quelle private, facendo interagire i
territori montani con l’intero sistema regionale”.
Alla Regione dovrà spettare il compito di definire gli obiettivi
generali di sviluppo da perseguire nell’ambito delle intese
istituzionali. Questo delineando i contorni del programma
speciale per l’Area Montana e mutuando su scala regionale la
politica dei fondi strutturali, fondata sulla concertazione delle
risorse, sulla semplificazione e sul decentramento della
gestione.
La Regione dunque, attraverso il Nuovo progetto Montagna, si
propone di concretizzare una logica di condivisione e
partecipazione, che consenta il coordinamento degli interventi
finanziati dai soggetti pubblici, la creazione di partnership
pubblico-private, l’integrazione dei sistemi montani con il
sistema regionale. Un ruolo nuovo sarà affidato alle Comunità
Montane, che dovranno governare le intese e gli accordi per lo
sviluppo locale.
Tra le motivazioni delle scelte della Regione vi è il fatto che
il territorio interessato rappresenta il 56 per cento della
superficie del Friuli Venezia Giulia, ma interessa soltanto il 15
per cento della popolazione.
Per il rilancio dell’area montana occorre per questo il sostegno
ai settori tradizionali come l’agricoltura, l’ambiente e il
turismo, ma anche alla rete dei servizi. Mentre divengono
strategici gli interventi per la sicurezza del territorio e per i
servizi alla persona, alle imprese. Da non sottovalutare, secondo
l’assessore, l’associazionismo e il marketing territoriale.
Per questi obiettivi, secondo Marsilio, va definito un Programma
Speciale d’Area, che preveda una diversa organizzazione delle
risorse ordinarie. Risorse da vincolare all’attuazione di precisi
piani territoriali definiti tramite intese istituzionali di
programma e accordi quadro dalle istituzioni locali, con il
concorso di soggetti privati e il confronto con le parti sociali.