AMARO- Strazzaboschi: “Agemont senza rapporti con la montagna”

“L’attuale gestione di Agemont è completamente avulsa dalla montagna”. Parole di Delio Strazzaboschi, presidente dell’agenzia dal ’98 al 2002 e vice nel quadriennio precedente. “Ci sono solo pochi laboratori tecnologici, gestiti di fatto da grandi imprese, a fronte di strumenti finanziari abbandonati, animazione tecnologica inesistente e, quel che è peggio, nessuna progettualità per il futuro- dice- L’Agemont, ormai, non ha più alcun rapporto con la montagna e non è quindi fuori luogo parlare di tradimento degli scopi e, in senso lato, della montagna stessa”. Secondo Strazzaboschi, l’unica attività in corso, senza alcuna oggettiva relazione con la montagna, è la costruzione, a completo carico della collettività, di laboratori attrezzati di tutto e poi affittati, a prezzi straordinari, alle grandi imprese. E i finanziamenti a medio termine? “Agli imprenditori montani che devono accendere un mutuo su investimenti e che abbisognano di una fidejussione, vengono oggi richieste controgaranzie personali di tipo patrimoniale- afferma- In pratica, chi in pssato si rivolgeva all’Agenzia, oggi non lo può più fare, poiché gli vengono richieste le stesse cose delle banche private”. Strazzaboschi aggiunge che ora si valutano solamente le partecipazioni al capitale sociale delle Pmi basate sulla tecnologia, accantonando i settori tipici della montagna quali agroalimentare, comparto legno, artigianato tradizionale, turismo, ma anche pubblicazioni multimedia, cooperazione come strumento di pluriattività e terziario in genere. “E poi l’informazione e l’attività economica, di gran lunga la più importante attività territoriale, oggi sembra semplicemente non esistere- continua Strazzaboschi- Le azioni programmate dal precedente consiglio d’amministrazione e finanziate con l’Obiettivo 2, paiono rinviate di anno in anno e così andrà a finire che le opere verranno realizzate in tutta fretta nel 2005 e nel 2006 pur di utilizzare i fondi specifici. Eppure, oltre ai contributi, dovevano essere promossi lo start-up imprenditoariale, l’acquisizione di servizi gestionali, la cooperazione tra aziende e l’assistenza alla sub-fornitura”.
In conclusione Strazzaboschi dice: “Se il governo regionale ritiene legittimamente che Agemont debba diventare un parco tecnoclogico o un centro di ricerca, per ragioni di onestà intellettuale ed amministrativa, nonché di rispetto per popolazione e imprese, valuti l’opportunità di modificarne nome e statuto, onde evitare di evocare invano il termine ed il valore simbolico della Montagna”.

(di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino)