ALTO FRIULI- Nessun disegno di legge per la Nuova Provincia

La Giunta regionale non
presenterà alcun disegno di legge per istituire la Provincia
dell’Alto Friuli. Lo ha comunicato alla Conferenza dei capigruppo
il presidente Illy, aggiungendo che sarebbe inopportuno che lo
facesse la maggioranza.

La valutazione dell’esito del referendum dal punto di vista delle
procedure era stata introdotta, in apertura dei lavori, dal
presidente del Consiglio Tesini, che aveva richiamato l’articolo
19 della legge regionale 5 del 2003: il comma 2 obbliga la Giunta
regionale – in caso di esito positivo del referendum – a
presentare entro 60 giorni un disegno di legge sull’oggetto del
quesito sottoposto a consultazione (fermo restando il diritto di
iniziativa legislativa dei consiglieri regionali e degli altri
soggetti legittimati); l’esito negativo – comma 3 – non preclude
l’esercizio dell’iniziativa legislativa.

Illy ha anche detto di aver apprezzato i toni con cui si è
sviluppata la campagna referendaria, ha sottolineato il dato
dell’affluenza – segno che anche stampa, radio e TV hanno fatto
un lavoro corretto di informazione – e ha confermato l’intenzione
di affrontare da subito i problemi della montagna (su tutti le
infrastrutture di trasporto e le comunicazioni), come del resto
già fissato nelle dichiarazioni programmatiche.

La maggioranza si è ritrovata – preso atto dell’esito del
referendum – nella volontà di rimboccarsi subito le maniche in
funzione dei problemi della montagna.

Zvech (DS) ha criticato i toni usati da qualcuno dell’opposizione
il giorno dopo; il referendum – strumento di democrazia – serviva
a capire, l’esito è chiaro e il voto circoscritto lo rende ancora
più chiaro; ora non c’è più motivo di discuterne. Monai (Citt) ha
respinto l’accusa alla maggioranza di aver voluto spaccare il
territorio; il voto limitato ha fatto risparmiare e i cittadini
sono stati arbitri della loro scelta. Anche se avesse votato
tutta la provincia, così Degano (Margh), il dato sulla montagna
non sarebbe cambiato; il referendum ha fotografato una realtà che
c’è e di cui bisognerà tener conto per dare risposte ai vari
problemi.

Anche le opposizioni hanno sollecitato l’avvio immediato del
dibattito sulla situazione della montagna (una mozione della Casa
delle Libertà era stata depositata in mattinata ed è stato
chiesto il suo inserimento all’ordine del giorno della prossima
sessione di lavori d’Aula). Hanno però voluto mettere l’accento
su alcune cose.

Per Gottardo (FI), il referendum è stato imposto come forma,
tempi e modi; non è stato consentito il voto a tutto il Friuli ed
è stato respinto l’emendamento che chiedeva una valutazione
articolata per aree; il referendum ha lacerato l’Alto Friuli e
qualsiasi approccio ai problemi dovrà tener conto che oggi
esistono più montagne. Facile, a giudizio di Ciriani (AN),
cercare di metterci una pietra sopra, la discussione invece
comincia proprio adesso. Il dibattito sulla montagna, così Guerra
(LN), si è sviluppato in un clima bellicoso messo in atto dalla
maggioranza; chi sosteneva tesi non gradite lo ha subito sulla
sua pelle. L’esito del referendum, ha detto Molinaro (UDC), ha
evitato guai peggiori, ma adesso c’è l’esigenza di riprendere le
scelte che sono state messe in stand-by dalla consultazione.

La Conferenza dei capigruppo ha quindi fatto il punto sulle
priorità da portare all’attenzione delle Commissioni e dell’Aula
e ha fissato per i prossimi 30 e 31 marzo due giorni di
Consiglio. Il 6 aprile poi, come proposto dal presidente Tesini,
il Tavolo politico definirà il testo finale da trasmettere alla
Convenzione, organismo che nei prossimi sei mesi avrà il compito
di esaminare, discutere e proporre al Consiglio regionale un
documento finale con i contenuti del nuovo Statuto regionale.