CARNICO: Presentato il ricorso del Malborghetto

Il Malborghetto ha presentato ieri alla commissione disciplinare di secondo grado della Figc il ricorso avverso ai provvedimenti del giudice sportivo in relazione ai fatti del 16 giugno (partita con il Cedarchis). La società biancazzurra chiede l’annullamento di tutti i provvedimenti disciplinari, multa di 500 euro compresa, riguardanti giocatori, tecnico e dirigenti, ad eccezzione della giovane ala Michele Gregorutti (ha colpito l’arbitro con una pallonata), per il quale si chiede comunque una riduzione della squalifica. Il Malborghetto chiede inoltre che tutti le persone menzionate nel referto dall’arbitro Revelant siano ascolate dalla commissione alla presenza del direttore di gara. Ancora, si chiede che vengano sentiti i dirigenti del Cedarchis, da subito solidali con la squadra avversaria. Ma il ricorso propone anche una lunga serie di contestazioni a quanto riportato nel referto arbitrale. Fra l’altro si cita l’impossibilità di Giorgio Cappellaro di scagliare una pallonata alla schiena di Revelant, in quanto l’allenatore è vittima di artrite gottosa, malanno che, nelle sue fasi acute (come in quel periodo), impedisce movimenti simili a calciare un pallone. In allegato c’è anche il certificato medico. Viene poi contestata la possibilità dell’arbitro di riconoscere ed individuare, senza dubbi, i giocatori che lo inseguivano. Falsa anche l’affermazione secondo la quale Revelant avrebbe ricevuto due sputi. C’è poi l’episodio del vetro (rotto) della finestra dello spogliatoio: il direttore di gara afferma di essere stato colpito al naso da una scheggia ma, attraverso fotografie ed una perizia tecnica dei vigili urbani di Malborghetto, il club del presidente Cristofori vuole dimostrare che trattasi di vetro doppio e solo lo strato esterno è andato in frantumi. Impossibile inoltre, come affermato dall’arbitro, che qualcuno abbia tentato di entrare dalla finestra, anche perché essa permette solo un’apertura parziale, dall’alto verso l’interno, di circa 8 centimetri. Infine il rifiuto del dirigente Kravanja di chiamare la forza pubblica. Kravanja, si legge nel ricorso, dopo aver verificato che la situazione stava tornando tranquilla, ha chiesto a due giocatori, Tessarolo (carabiniere) e Basello (agente di Ps), di calarsi nel loro ruolo di forza pubblica. Negata inoltre l’accusa di inseguimento in auto e di affiancamento. In conclusione viene confermata la volontà di agire in sede civile contro Revelant, a prescindere dall’esito del ricorso (che potrebbe essere discusso domani), con l’accusa di diffamazione accompagnata da una richiesta di risarcimento per i danni morali subiti. (di Bruno Tavosanis, da Il Gazzettino)