TOLMEZZO: Caso Finmek, l’assessore Dressi convoca un tavolo di confronto

L’assessore regionale all’Industria Sergio
Dressi convocherà immediatamente un tavolo di confronto regionale
sui problemi delle aziende del Gruppo Mekfin, presenti a Trieste,
Ronchi dei Legionari e Tolmezzo. L’assessore lo ha annunciato nel
corso di un incontro svoltosi oggi nella sede del Consiglio
regionale, su sollecitazione delle segreterie provinciali di
Trieste dei sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm.

Accanto alla Telit e alla Telital Automotive di Trieste, dove
sono previsti rispettivamente 100 esuberi su 300 addetti e 12 su
35, al Gruppo Mekfin di Carlo Fulchir fanno capo anche gli
stabilimenti della Ixfin di Ronchi dei Legionari in provincia di
Gorizia (250 esuberi su 450) e della Seima Elettronica di
Tolmezzo (95 su 150). Per tutte queste aziende il Gruppo ha
richiesto l’utilizzo dello strumento della mobilità.

“Occorre verificare – ha detto l’assessore Dressi – se
nell’ambito del piano di riorganizzazione annunciato dal Gruppo
non si possano utilizzare altri tipi di ammortizzatori per i
dipendenti, come per esempio la cassa integrazione straordinaria,
che consentano di superare la crisi, se essa è di tipo
congiunturale”.

“Non posso non osservare come, in particolare per la cessione di
Telit e Telital Automotive, esista – ha aggiunto Dressi – una
responsabilità delle Assicurazione Generali e di Mediobanca che,
nell’ambito della cessione alla Mekfin di importanti gruppi
industriali, tra cui la Magneti Marelli, non hanno previsto di
garantire la permanenza delle attività e dei livelli
occupazionali sul nostro territorio”.

“Nasce il sospetto – prosegue Dressi – che il consistente piano
di dismissione che Mekfin sta attuando nei confronti dei soggetti
più deboli, Telit e Telital Automotive, fosse ben conosciuto e
accettato dal Gruppo Mekfin solo perché interessato
all’acquisizione della ben più importante Magneti Marelli”.

All’incontro con l’assessore erano presenti Antonio Saulle
(Fiom-Cgil), Livio Ceppi (Fim-Cisl) e Sergio Pisano (Uilm-Uil).
“Abbiamo voluto illustrare oggi all’assessore – hanno detto i
rappresentanti sindacali – la situazione delle due aziende
triestine, dove sono previsti esuberi per un terzo degli
occupati. Siamo venuti a chiedere un impegno sulle prospettive
del Gruppo, il cui piano mette a rischio l’unico polo italiano di
ingegneria nel settore della telefonia mobile”.

“Il tutto è aggravato – hanno aggiunto – da una situazione
generale del Gruppo i cui rappresentanti, in un incontro svoltosi
a Roma venerdì scorso con le segreterie nazionali dei
metalmeccanici, hanno annunciato ridimensionamenti e chiusure in
tutta Italia”.

“Negli incontri che abbiamo avuto con l’azienda – hanno ricordato
– ci è stato presentato un indirizzo di massima per rilanciare e
mantenere le attività a Trieste. Condividiamo l’ipotesi di far
entrare Telit nella fascia di mercato del software per i servizi
utilizzabili tramite cellulare. D’altra parte però, dalla
verifica della consistenza e gradualità degli investimenti
previsti negli anni dal 2000 al 2006, riteniamo che gli obiettivi
dell’azienda siano condizionati da una pura operazione
finanziaria”.

“Abbiamo esposto all’assessore – hanno aggiunto – la necessità
dell’utilizzo della cassa integrazione guadagni, con due
obiettivi: il mantenimento del rapporto di lavoro e la
possibilità di verificare l’esistenza del prodotto Telit idoneo
ad aggredire il mercato individuato e di conseguenza consolidare
l’attività e il livello dell’occupazione”.

“Ribadiamo con forza – hanno concluso – la necessità di
approfondire l’esistenza del prodotto e di un piano vero. Di
fronte alle dichiarazioni dell’assessore su una possibile
responsabilità delle Generali, abbiamo deciso anche di richiedere
un incontro con il Gruppo assicurativo allo scopo di chiarire le
modalità dell’operazione di cessione da esso condotta”.