COMEGLIANS: Ritornano i Povolar Ensemble

Oggi alle 20,30, al Cinema- Teatro ”L’Alpina” di Comeglians, a chiusura della tradizionale festa di San Nicolò, si terrà uno dei rari concerti del gruppo Povolâr Ensemble, a dieci anni esatti dalla loro ultima esibizione pubblica. La band, che ha conosciuto una certa notorietà non solo regionale negli anni Ottanta, presenterà il suo ultimo lavoro “Jerbàta”, un bel libro di testi in friulano con originale francese a fronte, che contiene un CD inciso presso lo studio di Stefano Amerio ed edito da Nota Edizioni Musicali e dal Coordinamento dei Circoli Culturali della Carnia.

“Jerbàta” consta di tredici splendide canzoni di George Brassens -lo chansonnier scomparso vent’anni fa – celebratissimo in Francia (dove le sue composizioni si imparano nelle scuole, su cui si scrivono tesi di laurea, in memoria del quale si tengono affollatissimi concerti) e noto anche in Italia per le traduzioni di Fabrizio De Andrè, Nanni Svampa, Gipo Farassino ( ed altri ancora) e in Carnia per le versioni di Fabio Gonano.

Con «Jerbàta» rivive il mondo dì George Brassens, popolato di canaglie, prostitute, anarchici, musicisti, gorilla giustieri e amanti traditore, in situazioni surreali e dolenti, descritto sempre con partecipazione, con evidente simpatia, con supremo buon gusto; e rivivono il suo antimilitarismo sornione, il suo anti-ideologismo, i suoi sberleffi alle convenzioni e al bigottismo.

Ricreato in un prezioso friulano, in cui si è tentato di trasferire il linguaggio e l’atmosfera musicale – popolari e raffinati insieme – dell’originale, le canzoni sono interpretate dal nucleo storico dei Povolâr Ensemble: Fiammetta Bagno, Giuseppe Dell’Aquila, Giorgio Ferigo, Francesco Vigato e Toni Zogno.

Parte integrante dello spettacolo è la celebre fiaba musicale”Babarùt elefantùt», per voce recitante e pianoforte.

Nell’ estate del 1940, a Brive-la-Gaillarde, una nipotina di quattro anni mostrò a Francis Poulenc il testo di una favola di Jean de Brunhoff: lo zio improvvisò “sui” momenti della fiaba alcuni pezzi per pianoforte, davanti ad un uditorio di 11 bambini.

La prima esecuzione radiofonica si ebbe nel 1945, con la voce recitante di Pierre Fresnay e lo stesso Poulenc al piano; la prima edizione in forma di concerto si tenne a Parigi, il 4 marzo 1962, con la recitazione di Jean Vilar e, con la coreografia di Roland Petit, all’Opera di Parigi il 10 dicembre 1965. Da allora si sono susseguite innumerevoli messe in scena, che hanno fatto di Babar uno dei più felici incontri tra la musica (cosiddetta) “colta” e l’infanzia.

Tradotta dal francese in un godibile friulano, eseguita al pianoforte con sensibilità e grinta da Francesca Valente, illustrata dalle proiezioni di Jeff Dell’Aquila, «Babarùt elefantùt» ha l’ambizione di diventare uno dei tramiti tra l’immaginario friulano moderno e la grande musica del Novecento.

In programma, inoltre, una chicca a sorpresa per la limpida voce di Fiammetta Bagno, e -se richiesto -un bis di vecchi cavalli di battaglia.