40^ Terremoto: lo psicologo-cantante tornerà a suonare a Campolessi di Gemona
In occasione del 40 ennale del sisma, per non dimenticare, Licio Pascolo e Marina Londero, per conto del Circolo Culturale Ricreativo di Campolessi di Gemona del Friuli, allestiranno una rassegna fotografica con delle brevi nozioni riguardanti la Borgata, in una mostra per ricordare l’importante ruolo che il Circolo di Campolessi ha avuto durante la primavera/estate del 1976. Quello stesso circolo che oggi è stato individuato dalla Protezione Civile regionale, come Area di Attesa e di Ritrovo per le Emergenze/Calamità, nel Piano di Emergenze del Comune di Gemona del Friuli. Ospite d’eccenzione per l’inaugurazione della mostra il dottor Alessandro Ghiro, che al tempo delle scosse era neolureato alla facoltà di Psicologia e trascorse la sua estate da volontario nella tendopoli di Campolessi. Il dottore dopo 40 anni ritornerà a Campolessi per cantare, accompagnato dalla sua chitarra, le sue canzoni dal vivo.
“Tutto nasce da una idea di Licia D’Aronco che propose, per le attività di animazione, uno spettacolo conclusivo per i ragazzi di Campolessi che frequentavano in Centro Estivo nella tendopoli di Campolessi nel 1976 – illustra l’assessore alla cultura del comune di Gemona, Marina Londero – E’ quindi proprio sotto la tenda dell’animazione di Campolessi, in un pomeriggio umido e freddo dell’estate ’76, che i ragazzi portarono i dei disegni per completarli (erano colorati, pieni di vita), e dalla vista di questi, il Dottor Ghiro, al tempo neolaureato volontario a Gemona, riconoscendo sui disegni la Vecchia Gemona che era distrutta dal sisma, prese in mano la chitarra e con soli due accordi, mise in fila le cose e nacque la filastrocca, così, per caso: “LA VECCHIA GEMONA”. Fra questi ragazzi ve ne erano alcuni che facevano parte del coro e quindi tutto era più facile. Poi Ghiro fece un’altra canzone – aggiunge Londero – “la Nuova Gemona”, (meno famosa) ma questa non partiva dai disegni, bensì da ciò che egli sentiva nella tendopoli, tra la gente, i problemi della ricostruzione, la volontà di fare, i dubbi…”
La rappresentazione teatrale si svolse all’aperto davanti alla tenda delle riunioni, su un piazzale di ghiaia: era una serata e erano presenti più di 100 persone. L’idea era di rappresentare la giornata del 6 maggio partendo dalla mattina fino all’ora del terribile sisma, suddividendo la giornata ora per ora, e l’idea era, seguendo le ore e ad ognuna di esse, fare qualcosa: una scenetta, un ricordo, una canzone etc. Naturalmente il punto fondamentale era l’ora del terremoto, le 21. Si pensò che con lo scoccare delle 21, due ragazzi nascosti dietro ad una baracca di latta, che si trovava all’inizio dell’entrata del campo, avrebbero dovuto battere i pugni sulle lamiere per dare la sensazione del terremoto. E così fu. Quello che successe nessuno se lo sarebbe aspettato. Quando iniziò il rumore delle lamiere, immediatamente tutta la gente presente si alzò, cominciò a gridare, a correre, a tentare di uscire dal campo… erano spaventati. La cosa durò dieci, quindici secondi, poi si resero conto che non era successo niente ma… avevano rivissuto il terremoto, e partì l’applauso. Ricomposta la situazione i ragazzi cantarono per la prima volta in pubblico “La vecchia Gemona”.
Nella foto d’apertura la Tendopoli di Campolessi, allestita dal 07/05/1976 sul campo da calcio del Circolo culturale ricreativo di Campolessi