“Ogni anno una famiglia spreca 500 euro per cibo acquistato e non consumato”
“Ciò che fa bene alla salute fa bene anche all’ambiente”. La ricercatrice della Fondazione Barilla Bcfn Elena Cadel ha sintetizzato così ieri a Gemona ospite del Lab 2016 i risultati delle ricerche che la Fondazione, nata nel 2009, sta conducendo per promuovere un sistema alimentare sostenibile, agendo sia sul versante della produzione che su quello del comportamento del consumatore.
“Per produrre un pomodoro da 70 grammi ci vogliono 13 litri d’acqua – ha esemplificato -, per una bistecca bovina da 100 grammi di litri ne servono 1.550 e per un piatto di pasta 169 litri”. Ne deriva che, ha spiegato oggi (martedì 26 luglio) a Gemona davanti ai 70 corsisti del Laboratorio internazionale della comunicazione e al pubblico intervenuto per l’appuntamento “Paesaggi e gusti sostenibili”, è importante “scegliere il benessere a tavola, bere più acqua ma mangiarne meno, avendo cioè coscienza dei prodotti idroesigenti”.
Ciò, ha avvertito la studiosa, non significa mettere al bando alcuna alimentazione, ma “avere per guida nei consumi la piramide alimentare, quella cioè che pone alla base le cinque porzioni al giorno di frutta e verdura e poi i cereali, latticini e le carni bianche, il pesce, la carne rossa e, in cima, i dolci”.
La ricerca della Fondazione Barilla, infatti, “ha dimostrato che questa è una piramide che fa bene alla salute e all’ambiente, poiché ciò che è più salutare è ciò che è meno dispendioso per l’ambiente. Una scoperta che abbiamo sintetizzato con la formula della doppia piramide, facendo cioè corrispondere a ogni gradino della piramide della salute un gradino della piramide dell’impatto ambientale”.
Ma come far cambiare cultura alimentare? Muovendo dall’ultimo lavoro della Fondazione Bcfn pubblicato nel libro “Eating Planet”, Cadel non ha avuto dubbio: “Partendo dalla testa”, ha risposto, poiché “la scelta del cibo è prima di tutto una scelta mentale, solo in seconda istanza una scelta di gusto”, ha assicurato.
E per agire sulla mente vi sono diverse strategie a seconda che si agisca prima o dopo l’azione. “Per orientare sono importanti informazione e comunicazione efficace, stando attenti a dare sempre un’alternativa rispetto a comportamenti che non tengono in considerazione la sostenibilità ambientale”, ha aggiunto, ricordando gli obiettivi generali della Fondazione: “Sconfiggere fame e obesità, riequilibrare la percentuale di colture dedicate all’alimentazione e al carburante, ridurre lo spreco alimentare del 50% entro il 2020”. Una famiglia media italiana, ha detto la ricercatrice Cadel, “spreca ogni anno 500 euro per alimenti acquistati e non consumati”.
La collaborazione tra la Fondazione Barilla Bcfn e il Laboratorio internazionale della comunicazione “è destinata a ulteriori sviluppi”, ha affermato la direttrice del Lab Emanuela DeMarchi introducendo l’appuntamento e ricordando che “la riflessione attorno al paesaggio, al gusto e all’alimentazione sostenibile è un percorso che il Lab sta portando avanti da diversi anni”, fino ad aver conferito lo scorso anno il prestigioso riconoscimento Gamajun International Award alla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition di cui è presidente.