Moschea a San Daniele del Friuli, il sindaco Menis fa il punto
Nella prima settimana di luglio sono comparsi sui “social“ vari commenti relativi ad una presunta moschea da realizzarsi a San Daniele; anche un articolo del Messaggero Veneto (8 luglio) ha paventato la possibilità molto concreta della realizzazione di tale luogo di culto nella zona artigianale di Sottoviotta a San Daniele. Naturalmente questa notizia ha creato non poca preoccupazione nella cittadinanza e soprattutto negli artigiani operanti nelle vicinanze. Ed era stata la minoranza consiliare ad intervenire chiedendo spiegazioni. A provocare tale apprensione è stato un manifesto appeso a Cussignacco all’ingresso di un raduno di persone per celebrare il ramadam e che riportava la dicitura “aiutateci a raccogliere fondi per la moschea a San Daniele” con tanto di iban e cifre.
Il Sindaco di San Daniele del Friuli, Paolo Menis, dopo essersi confrontato con le autorità di pubblica sicurezza locali e provinciali, ha subito convocato sia le aziende della zona artigianale, sia i rappresentanti della associazione Atlas, per fare il punto della situazione e spiegare loro qual è la posizione dell’Amministrazione comunale e cosa si intende fare.
“Al primo incontro, che è durato un’ora circa – spiega il sindaco in un comunicato – hanno partecipato una trentina di rappresentanti delle aziende che hanno potuto riportare la loro inquietudine e discutere apertamente sull’argomento. Al secondo incontro sono intervenuti quattro rappresentanti dell’Associazione culturale Atlas, operante a San Daniele da diversi anni e nata proprio allo scopo di favorire l’integrazione e la collaborazione con il territorio”
Il Sindaco, in entrambi gli incontri, ha ribadito “che nella zona artigianale non sarà possibile realizzare alcuna moschea e che quanto comparso in “quel” manifesto, è sbagliato, fuorviante e scorretto nei confronti dei cittadini di San Daniele. Tutti sanno, o immaginano, che non è possibile realizzare un luogo di culto così delicato senza autorizzazioni, addirittura governative, e senza una puntuale previsione del Piano urbanistico comunale; ancora di più in questo momento storico in cui assistiamo a un folle e sanguinoso attacco al nostro modo di vivere. Quindi l’ipotesi “moschea a San Daniele del Friuli” è inesistente e impraticabile”
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Il Sindaco nella nota, prosegue spiegando che pur ricordando che “in questi ultimi anni non c’è mai stata alcuna lamentela nei confronti delle attività realizzate da questa associazione culturale, regolarmente iscritta al Registro regionale del volontariato, e che spesso ha collaborato con le iniziative dell’associazionismo locale, ha tuttavia stigmatizzato il comportamento dei rappresentanti dell’Associazione culturale Atlas per aver diffuso una comunicazione ingannevole per l’opinione pubblica e ha richiamato a comportamenti collaborativi in ogni situazione con le comunità locali. Gli associati ad Atlas (circa una trentina) continueranno ad incontrarsi nella loro sede di via Oscar Romero (nella foto) e a svolgere le loro attività culturali, sociali ed educative (che bisogna dire prevedono anche le preghiere secondo il loro rito). Il Comune – conclude Menis – che non ha la facoltà di negare tali attività, trattandosi tra l’altro di accordi intrapresi tra privati, potenzierà i controlli amministrativi e relativi alla sicurezza se non altro per un maggior controllo sui frequentatori del sito provenienti da altre località della regione”.