Il Prosecco da traino per la promozione dei vini friulani
Promuovere con maggior forza la Ribolla gialla, il Tocai Friulano, il Refosco, lo Schiopettino, il Pignolo e il Terrano, sfruttando la notorietà del Prosecco. E’ questo l’obiettivo che l’assessore regionale alle Risorse agricole, Cristiano Shaurli, indica a fronte della stagione di vendemmia che si preannuncia molto positiva.
“Sono convinto – spiega l’assessore – che Regioni come la nostra si distingueranno nel mondo per le proprie eccellenze, dunque per ciò che è intimamente legato al territorio e non certo per le produzioni massificanti. Abbiamo pertanto la necessità di tutelare, anzi, far crescere i nostri vitigni autoctoni”.
A testimonianza di questa visione, ricorda Shaurli, il conseguimento dopo 40 anni della Doc Friuli e lo sforzo profuso dalla Regione affinché venga tutelata la Ribolla gialla. Per quanto riguarda il Tocai Friulano, invece, l’assessore auspica che “tempo e risorse sprecate vengano recuperate”, aggiungendo che il potenziale c’è e che le possibilità sono in crescita rispetto al passato, anche grazie al Prosecco, il cui successo andrebbe utilizzato “anche a nostro vantaggio”.
“Credo sia perciò sbagliato demonizzarlo. Il Prosecco ha infatti dato a molte aziende la capacità di produrre reddito, alcune le ha salvate o rilanciate. Va chiaramente gestito con oculatezza, senza perdere le nostre peculiarità e magari a volte sfruttandone la capacità di penetrare nei mercati esteri, perché il nostro export vitivinicolo è cresciuto sempre sopra il 10% negli ultimi due anni, secondo solo alla Toscana”, afferma l’assessore, sottolineando che i dati molto positivi sulla vendita del vino bianco prodotto con uva Glera non incidono sull’indirizzo delle politiche agricole regionali nell’ambito vitivinicolo.
Il recente aumento della superficie di vigneti di varietà Glera destinati alla Doc Prosecco, infatti, aveva sollevato qualche preoccupazione in merito alla possibilità che questa cultura possa prevalere rispetto ad altre. In proposito l’assessore ricorda che l’intera superficie di vigneti Glera in regione ammonta a 3.750 ettari su una superficie vitata totale di oltre 23.000. Si tratta dunque di un dato relativamente ridotto se comparato, ad esempio, ai 110.000 ettari di soia e mais.
Inoltre, precisa Shaurli, l’ampliamento della superficie di vigneti di varietà Glera destinati alla DOC Prosecco deciso a inizio luglio è stato “molto limitato rispetto alle pressioni” e per le nuove assegnazioni si è altresì deciso di dare priorità alla viticoltura biologica e giovane.
“Credo – conclude Shaurli – che ciò rappresenti la volontà della Regione di una gestione responsabile e moderna, da condurre insieme a chi nei campi ci lavora ogni giorno dovendo far quadrare i conti aziendali”.