A Cavazzo le emozioni dei volti di “Mossi dalla Terra”
Oggi, dalle 9.45 a Cavazzo Carnico si chiudono le iniziative di Mossi dalla Terra, la serie di appuntamenti promossi dall’Amministrazione comunale assieme ai comuni della Conca Tolmezzina e a Villa Santina, per il 40^ del Terremoto del Friuli. Molto partecipate le altre iniziative, su tutte quella di giovedì sera, alla presenza della presidente della Regione Serracchiani.
“Vorrei che questi 40 anni appena trascorsi ci lasciassero due insegnamenti: l’importanza di essere comunità di fronte alle difficoltà e la capacità di saper ricostruire il territorio. Due valori che abbiamo portato con noi quando ci siamo messi al servizio delle popolazioni che, meno di un mese fa, sono state vittime del terremoto in centro Italia. Dobbiamo aiutare loro a ripartire con la stessa forza, coraggio e determinazione con cui avete reagito voi e tutti noi, insieme, nel 1976″.
Lo ha affermato Serracchiani partecipando alla proiezione del video dal titolo Mossi dalla Terra. La pellicola, tramite interviste inedite a chi ha vissuto quel periodo, filmati di repertorio, articoli di giornali dell’epoca e materiale fotografico, racconta l’esodo degli abitanti di Cavazzo Carnico avvenuto nel settembre 1976 verso il litorale friulano nonché verso i comuni della provincia di Varese e Modena. Il lungometraggio è stato realizzato dalla Cooperativa Cramars di Tolmezzo.
Mossi dalla Terra, è anche il nome del programma di iniziative organizzate dal Comune in collaborazione con le associazioni locali e le Amministrazioni di Amaro, Tolmezzo, Verzegnis e Villa Santina per celebrare il quarantesimo anniversario del terremoto che sconvolse la nostra regione. L’obiettivo dell’iniziativa è anche quello di promuovere e rinnovare la consapevolezza del drammatico evento nelle nuove generazioni, stimolando la curiosità per la conoscenza del passato e scoprendo specifiche radici storiche nella realtà presente locale anche attraverso i nuovi media.
La presidente, nel suo intervento, ha voluto dapprima ricordare “la ferita profonda provocata quarant’anni fa dal terremoto, una cicatrice che cambiò i volti dei paesi e della comunità. Quest’ultima fu messa a dura a prova, di nuovo, a settembre del 1976, quando nuove scosse minarono la popolazione locale che dovette lasciare tutto e trovare ospitalità altrove, temendo di non ritrovarsi più”. Tuttavia, ancora una volta, come ben racconta il filmato, “le persone di questa terra, con la grande determinazione che le ha sempre contraddistinte, sono riuscite ancora un volta a reagire per continuare l’opera di ricostruzione”.
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Quindi Serracchiani ha voluto mettere in luce quello che ancora oggi è conosciuto come Modello Friuli, il quale “è legato sì alla capacità di ridare un volto a territori sconvolti dal sisma, ma è anche e soprattutto il frutto del buon senso, dell’onestà e della trasparenza che vennero messi in campo nell’opera di ricostruzione”.
A tal proposito Serracchiani ha voluto soffermare l’attenzione anche su un altro insegnamento post sisma che ha caratterizzato la nostra regione. “Da allora – ha detto la presidente – si è puntato molto sulla prevenzione; ossia ristrutturazioni e nuove edificazioni compiute tenendo conto dei criteri antisismici. E poi i piani di emergenza nei singoli Comuni, cosa questa che ci pone oggi tra le uniche cinque Regioni in Italia a essere dotate di questo strumento. Anche tutto ciò fa parte del Modello Friuli che ci auguriamo possa essere efficacemente esportato e applicato in altre realtà, laddove ce ne fosse bisogno”.
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