Due eventi dedicati al sacerdote gemonese Giuseppe Marchetti
La sala riunioni del III Piano della sede di Udine della Regione – quella della direzione dell’Agricoltura nella quale si riunisce il tavolo verde – è stata intitolata a Giuseppe Marchetti “pre Bepo”, il sacerdote ed eclettico intellettuale gemonese che tanto ha contribuito alla diffusione delle idee sull’autonomismo e sull’identità del popolo friulano.
La cerimonia si è svolta stamani alla presenza del presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, che ha scoperto la targa, velata dalla bandiera della Patrie dal Friul, affiancato dai consiglieri Zecchinon, Agnola e Violino, promotori con una mozione dell’iniziativa consiliare, e dall’assessore alle risorse Agricole Cristiano Shaurli. All’evento, accanto a numerose autorità istituzionali e rappresentanti di sodalizi culturali impegnati nella valorizzazione della storia e della lingua friulana, anche gli studenti di una classe dell’ISIS Magrini Marchetti di Gemona, testimoni dell’eredità culturale ricevuta dall’opera di “pre Bepo” che fu anche appassionato insegnante e grande divulgatore, convinto sostenitore dell’importanza della cultura per la formazione di un pensiero libero.
Il profilo intellettuale e la poliedirica personalità di Marchetti sono state poi approfondite durante la presentazione, nella sala a lui intitolata, della ristampa del “La Cuntristorie dal Friul” che egli aveva pubblicato per capitoli tra il 1950 e il 1952 sul giornale in lingua friulana Patrie dal Friul, che aveva fondato nel 1946 con Felix Marchi.
Il duplice evento conclude l’iniziativa “Identità e Autonomia” per un “Dibattito sul Friuli di ieri e di oggi” promossa dal Consiglio regionale, con il coordinamento della Società Filologica Friulana, in questo anno in cui ricorrono anniversari importanti, dai 650 anni trascorsi dalla promulgazione a Sacile, l’8 novembre 1366, della prima raccolta delle “Costituzioni della Patria del Friuli” voluta dal patriarca di Aquileia Marquardo di Randeck e curata da giuristi friulani, al ricordo della figura del naturalista, geologo, saggista Achille Tellini nato 150 anni fa, del senatore Michele Gortani scomparso 50 anni fa, del sacerdote Francesco Placereani, per tutti “pre Checo” morto 30 anni fa, e il cui nome è strettamente legato a quello di Marchetti per aver continuato il lavoro originale di pre Bepo, fermatosi al 1866, raccontando i fatti fino al terremoto del 1976.
L’iniziativa editoriale del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ripropone l’edizione curata nel 2005, in duplice versione friulano e italiano, dall’Associazione culturale “La Grame” di Mereto di Tomba, con la prefazione di don Antonio Bellina, “pre Antoni”.
Su questo sfondo di ricordi e avvenimenti, non ultimo anche la celebrazione del 40º del terremoto del 1976, la tragedia che tanto ha significato nella presa di coscienza del popolo friulano della propria identità e delle proprie radici, e a rilanciare il tema dell’Autonomia, della specialità, della tutela della lingua friulana, l’iniziativa di ristampare quest’opera basilare non può essere intesa come puramente celebrativa di due fuoriclasse del pensiero, ma significa rilanciare uno strumento fondamentale per ripercorrere la nostra storia lungo un filone che ha posto il popolo friulano al centro della ricostruzione storica – ha sottolineato il presidente Iacop che ha anche insistito sul ruolo delle regioni per dare futuro all’Europa e alla sua intrinseca multiculturalità.
E l’assessore Shaurli, commentando la collocazione della sala dedicata a Marchetti, e sottolineandone l’aspetto simbolico essendo l’agricoltura la radice del mondo produttivo, ha ricordato pre Bepo come un “maestro di vita”, critico e capace di interpretare la realtà e i cambiamenti, difendendo l’identità senza chiudersi, autonomista ma non autarchico, orgoglioso della sua cultura e della sua lingua. Si deve a lui anche la primaGrammatica. Da qui l’invito a coltivare la conoscenza della propria lingua come un valore aggiunto.
Il ricordo personale da parte di Zecchinon, che ebbe Marchetti insegnante all’Istituto magistrale Percoto di Udine, si è intrecciato con la riflessione di Violino sull’opera del grande – forse il più elevato – intellettuale che il Friuli ha avuto, per sottolineare quanto da essa emerga l’esigenza vitale che questa terra ha di autonomia; un messaggio che accomuna i tre preti – Marchetti, Placereani, Bellina – e che attraverso noi deve passare ai giovani.
Un messaggio che ha trovato condivisione negli interventi dei rappresentanti del Comune di Udine, della Filologica e dell’Associazione culturale “La Grame”, prima della relazione del medievalista Angelo Floramo, e che è stato riassunto dall’intervento di uno dei ragazzi presenti, il 19enne Jing Wah, che prima in cinese e poi in italiano e friulano ha raccontato di essere cresciuto in Friuli e di sentirsi più friulano che cinese, e dunque di essere contento di essere friulano.