Allevatori carnici in rivolta, “ritardi inaccettabili” sulle indennità compensative

Gli allevatori e agricoltori di montagna di nuovo sul piede di guerra, tardano ad arrivare i contributi per le indennità compensative destinate dall’Europa alle zone svantaggiate. Si parla di diverse centinaia di migliaia di euro, attese da oltre un centinaio di piccole aziende zootecniche che hanno bisogno di queste risorse per portare avanti le loro attività, gestite da molti in modo stoico.

«Dovevano arrivare entro novembre 2016 racconta Valentino Zanier, allevatore di Val di Lauco, una decina di capi gestiti a 1.200 metri di quota in Carnia ma poi il primo rinvio, la nuova data a marzo 2017, niente ancora. La prossima promessa è per giugno, ma a questo punto crediamo ci stiano prendendo in giro. E stavolta non si può dare la colpa all’Europa, da Bruxelles i soldi sono stati girati al nostro Paese, è la burocrazia regionale che è in colpevole ritardo». Insomma: «Noi facciamo fatica ad andare avanti».

Ci sono allevatori che non solo aspettano le indennità del 2016 ma addirittura del 2015 e 2014, come Sonia Dionisio, che a Lauco gestisce un’azienda da circa 120 capi: «Sono tanti i soldi che ci spettano e che non sono ancora arrivati racconta . Ritardi in passato c’erano già stati ma mai di queste entità. È inutile parlare di indennità compensative al reddito, non percependola che reddito possiamo produrre?» Quelle risorse «servono per migliorare la nostra attività – spiega – acquistare i mangimi, rafforzare la produzione, ma con il latte che viene pagato a 36 centesimi al litro la coperta diventa sempre più corta».

Come Valentino e Sonia, molti in Carnia sono pronti a scendere a Udine o a Trieste se non arriveranno le risposte sperate: «Come mai in Veneto hanno già liquidato le indennità 2016 e qui da noi ancora niente?», si chiedono.

Da parte sua l’assessore regionale all’agricoltura Cristiano Shaurli risponde: «Per quanto di nostra competenza abbiamo fatto tutto il possibile, abbiamo investito 40 milioni di euro, risorse importantissime che servono a coprire sia le indennità compensative, sia le misure per il biologico, sia l’agroclimatico ambientale. Ma stiamo aspettando i pagamenti dell’ente pagatore nazionale, ovvero l’Agea, che è in ritardo ammette Shaurli -. Sia io che la presidente Debora Serracchiani siamo in costante contatto con il Ministero per velocizzare queste pratiche, so benissimo – conclude l’assessore – che l’agricoltore può non distinguere tra le colpe delle istituzioni ed è giustamente arrabbiato. Noi siamo arrabbiati tanto quanto loro».