Prosegue il calo della popolazione in Friuli Venezia Giulia
In Friuli Venezia Giulia, al 31 dicembre 2016, il numero di residenti era pari a circa 1.218.000 persone, 3.300 in meno rispetto ad un anno prima. Prosegue dunque la dinamica iniziata dopo il 2013, quando gli abitanti in regione avevano sfiorato quota 1.230.000 unità (11.500 in più rispetto al dato attuale). Lo rileva una rielaborazione su dati Istat del ricercatore Ires Fvg Alessandro Russo. Il calo osservato si riscontra in tutte le province, solo in quella di Trieste risulta più contenuto (-192 unità); anche nei comuni più grandi si rilevano ovunque delle flessioni, con l’unica eccezione di Udine che ha acquisito 172 abitanti.
Le nascite tra i residenti sono ai livelli minimi degli ultimi 20 anni
Nel corso del 2016 tra i residenti in regione sono state registrate 8.476 nascite (99 in meno rispetto al 2015, -1,2%) e 14.091 decessi (716 in meno rispetto al precedente anno). Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, è risultato negativo per -5.615 unità (contro le -6.232 del 2015). Dopo anni nei quali i flussi migratori hanno compensato il calo demografico dovuto alla dinamica naturale negativa, anche nel 2016, come nel biennio precedente, il consistente saldo naturale negativo ha portato al decremento della popolazione.
In generale il saldo naturale risulta negativo in tutta l’Italia, con la sola eccezione della provincia di Bolzano. Rispetto al picco toccato nel 2007 (10.557 nuovi nati), il 2016 si assesta ad un numero di nascite inferiore di oltre 2.000 unità, un dato che ci riporta indietro ai livelli registrati alla metà degli anni Novanta. A livello provinciale solo Trieste presenta un incremento nel corso del 2016 (+23 nuovi nati).
Continua il calo della componente straniera residente
Il numero di cittadini stranieri in regione è diminuito di 950 unità nel 2016 (-0,9%) attestandosi a poco più di 104.000 residenti; gli incrementi osservati nell’area isontino-giuliana non sono sufficienti a compensare gli andamenti negativi delle province di Pordenone e Udine. In provincia di Pordenone si registra la presenza maggiore in termini relativi (10,1% contro una media regionale pari a 8,6%). A livello locale i valori percentuali più elevati si riscontrano nei comuni di Monfalcone (20,8%), Prata di Pordenone (17,9%), Pravisdomini (17,6%), Pasiano di Pordenone (16,6%). Il 42% degli stranieri residenti si concentra nei quattro capoluoghi (se si aggiunge Monfalcone si arriva al 47,5%); Ligosullo (nella foto) rimane l’unico comune della regione dove tutti i 113 residenti hanno la cittadinanza italiana. Un terzo degli stranieri residenti in regione provengono da due soli Paesi: Romania e Albania.
Gli stranieri residenti in regione che nel 2016 hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati 4.962, in calo rispetto all’anno precedente (-10,2%). Nel conteggio sono comprese le acquisizioni e i riconoscimenti della cittadinanza per matrimonio, naturalizzazione, trasmissione automatica al minore convivente da parte del genitore straniero divenuto cittadino italiano, per elezione da parte dei diciottenni nati in Italia e regolarmente residenti ininterrottamente dalla nascita, per ius sanguinis.
Aumenta ancora il numero di italiani che si trasferiscono all’estero
Per quanto riguarda il saldo migratorio estero (ossia la differenza tra gli iscritti e i cancellati da e per l’estero), la popolazione italiana fa registrare una perdita di oltre 1.700 unità nel 2016. Si può in effetti osservare la notevole diffusione del fenomeno (di portata non solo locale ma nazionale) dell’emigrazione di cittadini italiani, che spesso riguarda i più giovani, anche con titoli di studio elevati. I dati confermano la crescente emigrazione dei cittadini italiani, che cercano di realizzare all’estero quelle prospettive di lavoro e di vita che nel nostro Paese sembrano spesso precluse. Nel 2016 il numero di italiani residenti in regione che si sono trasferiti all’estero ha sfiorato le 2.900 unità, più del doppio rispetto agli anni precedenti la crisi economica e il valore più alto dal 1995 a oggi. Si può anche osservare che i dati illustrati sottostimano molto probabilmente il fenomeno, in quanto danno conto esclusivamente di situazione già consolidate da diversi anni, che portano al definitivo trasferimento della residenza all’estero.
Negli ultimi anni si è comunque anche intensificato il flusso di cittadini di origine straniera che emigrano in un Paese terzo o fanno rientro nel Paese d’origine dopo aver trascorso un periodo in Italia ed aver acquisito la cittadinanza italiana. È ad esempio il caso dei cittadini provenienti da Paesi dell’America latina, con avo italiano, i quali sperimentano un breve periodo di residenza in Italia al solo fine di acquisire la cittadinanza “iure sanguinis” presentando le necessarie certificazioni in anagrafe.