Pescatori sul piede di guerra per la riforma dell’ETP Fvg
Una rappresentanza che rischia di non essere più tale. Una autonomia operativa in pericolo. Un nuovo acronimo che non piace. Un sistema sanzionatorio destinato ad uno stravolgimento. Acque nuovamente agitate nel mondo dei pescasportivi del Friuli Venezia Giulia in vista dell’approvo in quarta commissione consiliare a Trieste, il 14 settembre prossimo, del ddl 228 attraverso il quale la Giunta regionale ha inteso riformare la normativa di settore. “Vogliono trasformare l’attuale Ente Tutela Pesca del FVG in una semplice direzione, eliminandone la Presidenza e il Consiglio Direttivo. Quindi togliendo ai circa 17000 pescasportivi regionali (dati 2016) l’autonomia operativa di cui godono dal 1971, anno di creazione dell’ETP” tuona Claudio Polano, consigliere dell’Ente in rappresentanza del Collegio n° 10- Gemona/San Daniele.
Una riforma “bocciata in toto e senza appello” aggiunge Polano che vede in questa “normalizzazione” un taglio netto al cordone ombelicale fra la sede centrale di Udine e il vasto territorio regionale. Un territorio oggi rappresentato in Consiglio dai 15 pescatori, consiglieri che vengono eletti ogni quattro anni, negli altrettanti Collegi in cui la L.R. 19/’71 ha diviso il territorio regionale. Da parte dei diretti interessati non c’è pura opposizione: “Eventualmente siamo disponibili a rivederne il numero del Consiglio, magari facendo riferimento ai bacini idrografici della Regione e non alle attuali zone socioeconomiche – dice Polano – ma non accettiamo questo pannicello caldo che viene offerto in cambio di una totale perdita di rappresentanza, ovvero la presenza di soli cinque pescatori in un Comitato esclusivamente consultivo che tra l’altro finirebbero in minoranza all’interno di un mix di altri 13 componenti”.
Non piace neppure il cambio di acronimo, da ETP, “nome storico e riconoscibile” a ETPI, ente tutela patrimonio ittico: “Una soluzione gattopardesca, visto che nella sostanza non ci sarebbe nulla di più o di nuovo rispetto ad oggi”. A detta del consigliere dovrebbe inoltre essere rivisto l’organico dell’ente, con l’immissione di alcune figure apicali, fra cui un biologo che finora non è mai stato concesso, occorrerebbe un ritorno a un esame per conseguire la licenza al posto dell’attuale corso obbligatorio ed appunto la divisione del territorio regionale in bacini e settori. Ombre infine sul sistema sanzionatorio proposto: “l’attuale forse avrebbe necessità di un semplice ritocco e non certo di uno stravolgimento. Purtroppo – conclude Polano – anche stavolta, come in altre leggi, dietro un paravento di compartecipazione alle scelte, le decisioni fondamentali sono state calate dall’alto senza condivisione”. A questo punto primo round il 14 settembre in Commissione con le audizioni. Poi il 26 ci sarà il voto. Dopodiché il testo approvato passerà all’Aula consiliare. “Ma se non ci saranno cambiamenti riguardo la sopravvivenza dell’attuale forma dell’ETP – avvertono i pescatori pronti ad incrociare le lenze – non escludiamo una raccolta di firme per chiedere il referendum abrogativo”