In corso a Venzone l’esercitazione di emergenza sismica Sermex
La presidente della Regione, Debora Serracchiani, assieme all’assessore alla Protezione Civile, Paolo Panontin, ha fatto visita oggi all’area di Portis di Venzone dove è in corso Sermex 2017, l’esercitazione di emergenza sismica in scala reale che coinvolge il corpo nazionale dei Vigili del fuoco, la Protezione civile regionale, l’Università di Udine, il Comune di Venzone con l’associazione dei Comuni terremotati e dei sindaci della ricostruzione del Friuli, l’Istituto nazionale di Oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste, i Vigili del fuoco e la Protezione civile di Austria e Slovenia.
L’esercitazione segue l’accordo siglato nel maggio 2016 per l’istituzione della Serm Academy (Sismic Emergency Response Management international training school), gestita dall’ateneo udinese e nata, come ha ricordato la presidente, “grazie ai fondi che abbiamo ottenuto dalla Presidenza del consiglio dei Ministri che ci ha consentito di istituire una scuola internazionale di formazione per l’emergenza che oggi sta dando i suoi primi frutti”.
Il risultato più evidente per Serracchiani è “l’avvio di un coordinamento internazionale, con Carinzia, Croazia, Slovenia, che rende efficiente e tempestivo un sistema di gestione dell’emergenza”.
“In questa esercitazione vengono messe alla prova l’integrazione operativa tra le forze in campo, l’addestramento continuo e la ricerca di soluzioni tecnologiche d’avanguardia”, ha rimarcato ancora Serracchiani, rivolgendosi agli operatori coinvolti e agli osservatori internazionali dell’Unesco e dell’Università dei Vigili del fuoco di Sanpietroburgo, la cui presenza a Venzone, per Serracchiani “certifica una volta in più la rilevanza di quanto siamo stati in grado di organizzare”.
L’esercitazione, iniziata lunedì, proseguirà fino a venerdì e vedrà coinvolti mediamente 150 operatori al giorno nello scenario naturale di Portis Vecchio, frazione di Venzone che ha mantenuto intatti gli edifici del post-sisma del 1976.
La simulazione di un sisma di magnitudo 5.4 viene affrontata per testare il Sistema integrato di risposta in emergenza sismica (Siner-Sis) presente in Friuli Venezia Giulia, mettendo in campo tutte le tecnologie disponibili e cercando al contempo di definire nuove pratiche concrete che interessano il sistema di comunicazione, il sistema di coordinamento, lo snellimento delle procedure burocratiche.
Obiettivo ulteriore è facilitare l’attività dei sindaci nella gestione del territorio e supportare le persone che per prime devono intervenire nella zona rossa. “Un’attività molto importante – ha sottolineato ancora Serracchiani – che vogliamo esportare a livello nazionale e internazionale anche con la realizzazione di manuali che sono già disponibili in più lingue”.
Il primo a farne tesoro è stato il sindaco di Venzone, Fabio Di Bernardo, che nei giorni scorsi ha ricevuto dalla Protezione civile la documentazione di dettaglio con cui ha potuto emettere in poche ore l’ordinanza di chiusura dell’area di intervento, che comprende un tratto della ciclovia Alpe Adria rimasta interdetta ai turisti nei giorni dell’esercitazione.
Il trasporto della logistica leggera è tra le più significative innovazioni testate a Venzone. Con un Canadair dei Vigili del fuoco decollato da Genova sono state trasportate 9 casse di medie dimensioni contenenti tutte le attrezzature necessarie alla costruzione in poche ore di un campo operativo per dodici persone, con una tenda mensa, un bagno completo, un generatore, un ufficio mobile dotato di connessione internet e radiolocalizzatore, completato sul posto solo con l’ausilio di un allacciamento idrico e venti litri di benzina.
Inoltre, il gruppo accademico guidato da Stefano Grimaz, docente di sismologia applicata all’ingegneria dell’ateneo di Udine, assieme alla Protezione Civile regionale, ha curato il coordinamento della sala operativa di Palmanova. Qui, i dati raccolti sono stati immediatamente elaborati ed integrati, per fornire in tempi minimi i dettagli dell’area operativa d’intervento.
È nella sede regionale della Protezione civile che si determina la strategia di gestione dell’emergenza poiché, come ha spiegato Panontin, “scopo vero dell’esercitazione, oltre che potenziare l’integrazione tra i vari sistemi, è definire una modalità rapida di restituzione dei dati rilevati sul luogo dell’epicentro, da cui i primi rilievi effettuati vengono inviati telematicamente alla sede centrale di Palmanova e al decisore politico che in quella sede deve organizzare gli interventi immediatamente successivi”, così da ottenere “un’ulteriore velocizzazione della conoscenza dei fatti avvenuti nel luogo colpito dal terremoto rispetto ai centri decisionali”. “Di fatto – ha concluso Panontin – aumenta l’efficacia e l’efficienza del sistema di Protezione civile”