Ferrovia Pedemontana, il 10 dicembre riparte il treno tra Sacile e Maniago
Nel corso della tavola rotonda “La ferrovia che ritorna: dalla Transiberiana alla Pedemontana, storia, emigrazione e turismo”, Andrea Palese, portavoce del Comitato Pendolari Alto Friuli, nonché consigliere comunale con la delega alla mobilità di Gemona, ha anticipato la data di riapertura della Pedemontana relativo al tratto Sacile-Maniago.
La giorno x, salvo intoppi tecnici, sarà domenica 10 dicembre 2017, in occasione del cambio orario invernale, come appreso in maniera ufficiosa da fonti ferroviarie.
Mancano 70 giorni al ritorno del treno ma c’è molto da fare, anche se i lavori lungo la linea proseguono a buon ritmo.
I LAVORI DI RFI: terminati gli interventi di rinnovo dell’armamento con la sostituzione di traverse e binari ed il risanamento della massicciata a Budoja, il cantiere si è spostato ad Aviano, dove i tecnici stanno sostituendo parte delle rotaie al ritmo di 650/700 metri al giorno.
Ad Aviano e Montereale verrà sistemato il primo binario di circolazione mentre a Maniago si rinnoverà il 1° e 2° binario, esclusi i deviatoi, che saranno soggetti alla sola revisione generale con la sostituzione delle traverse e traversoni di legno.
A Montereale inoltre sono già stati installati i nuovi motori dei passaggi a livello che garantiranno una chiusura più rapida delle sbarre, mentre altri lavori sono in corso anche a Travesio.
Le criticità tuttavia non mancano, sia quelle di natura tecnica, soprattutto su Sacile, che quelle legate al progetto turistico, il cui servizio verrà avviato la prossima primavera lungo tutta la tratta.
La linea per ora verrà riaperta a tecnologia esistente, senza alcuni adeguamenti infrastrutturali che saranno realizzati nel corso del 2018 e che risolveranno certe criticità, in primis quella legata al governo della circolazione, che verrà portato in telecomando dal DCO di Pinzano a Mestre, ai passaggi a livello.
ORARI E TARIFFE: ad oggi sconosciuti sono gli orari e le tariffe, ancora non resi noti dalla Regione e il fatto che nessuna campagna informativa sia stata avviata sul territorio, specialmente nelle scuole di Sacile e Maniago, visto che i ragazzi saranno certamente i primi interessati e fruitori del servizio.
Anche il piano di restyling delle stazioni langue, fatto salvo per Gemona dove il progetto è in fase di realizzazione e Cavasso Nuovo dove gli interventi sono in progettazione, tutti gli altri Comuni sono fermi al palo.
Purtroppo sembra che il passato non abbia insegnato nulla visto che si stanno facendo i medesimi errori: infatti prima di prevedere un’offerta così ricca di corse (22 al giorno), la Regione dovrebbe risolvere le criticità legate all’infrastruttura, partendo dalle stazioni ad esempio, dove il treno tornerà tra edifici in evidenti stato di degrado.
PROGETTO TURISTICO: quello che più preoccupa di più tuttavia è la mancanza di un progetto turistico di Territorio, visto che Montagna Leader, capofila designata dalla Regione, non dispone delle risorse economiche per avviare il progetto. E’ singolare come la Regione abbia affidato il compito di realizzare questo ambizioso progetto ad un Ente che negli ultimi anni si è distinto solo per pesantissimi bilanci in perdita (oltre 400mila solo negli ultimi due anni) e che non dispone delle specifiche competenze in materia.
Se il quadro nazionale è molto positivo, con numeri che fanno capire che il progetto dei treni turistici è diventato una realtà economica e non è più il sogno di qualche appassionato, visto che nel 2017 lungo le sette linee nazionali di “Binari senza tempo” si è registrato un vero boom di presenze, con oltre 70mila turisti, a livello locale le Istituzioni, non riescono ad avviare un progetto che possa sfruttare il ritorno del treno, valorizzando le potenzialità turistiche, gran parte delle quali sono inespresse, creando un indotto economico come sta succedendo altrove.
Ci sono tutte le condizioni affinché la Gemona-Sacile possa diventare un’eccellenza, visto che è stata inserita nell’elenco delle 18 ferrovie turistiche di interesse nazionale dalla recente legge 128/2017. Inoltre la Sacile-Gemona sarà la prima linea d’Italia ad essere utilizzata sia per il servizio di trasporto pubblico locale che per quello turistico, potendo sfruttare a pieno il volando della Ciclovia FV3 e del servizio treno+bici che sta spopolando lungo la Gemona-Tarvisio.
Il taglio del nastro è prossimo e di certo non sarà un bel biglietto da visita farlo ad esempio a Maniago, in una stazione in evidente stato di degrado, emblema dell’immobilismo delle Istituzioni.
Per non vanificare tutto e sfruttare al meglio l’opportunità è fondamentale strutturare un’offerta turistica all’altezza, la quale ormai è evidente che non può essere lasciata nelle mani delle Istituzioni, bensì è necessario il coinvolgimento degli operatori commerciali privati e delle associazioni di categoria.
In quest’ottica il treno non deve essere visto come uno sperpero di denaro bensì un investimento per il Territorio; altre realtà, tipo l’Alto Adige farebbero carte false per ottenere questi investimenti e sfruttare al meglio l’opportunità per il lor territorio, capitalizzando le eccellenze del loro Territorio.