Dalla Provincia di Udine no all’arrivo di migranti a Tarvisio, Chiusaforte e Coccau
Soprassedere alla collocazione di un numero imprecisato di richiedenti asilo in Valcanale-Canal del Ferro, vista la difficile situazione socio economica già esistente in quella vallata.
Questa la richiesta al Prefetto di Udine attraverso
L’odg nasce dalle dichiarazioni dell’assessore regionale Torrenti in relazione al possibile invio di un quantitativo imprecisato di migranti nelle caserme di Tarvisio e Chiusaforte e al sopralluogo fatto dal prefetto Zappalorto alla caserma Meloni di Coccau, sito che, una volta conclusi i lavori, potrebbe essere utilizzato per le quotidiane esigenze di riconoscimento dei richiedenti asilo.
Su tale ipotesi l’amministrazione locale è fermamente contraria – si ricorda nel dispositivo – visto che il sito è adiacente alla pista ciclabile, a un’attività ricettiva e che la località si sta impegnando nel suo rilancio turistico e nel recupero delle ex caserme militari dismesse.
Carlantoni ha messo anche in evidenza le difficoltà e i disagi per la montagna friulana già attanagliata da un costante problema di calo demografico e crisi occupazionale, territorio che non ha mai fatto mancare la propria collaborazione.
Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi dei consiglieri Federico Simeoni (Patrie Furlane) che ha citato le ulteriori criticità- derivanti da questa situazione – per la montagna friulana impegnata nel suo rilancio, e di Eros Cisilino (Lega Nord), che ha toccato le varie implicazioni della complessa questione dell’accoglienza dei migranti (“migranti economici”), il correlato tema della sicurezza, delle reali opportunità occupazionali in un contesto già critico e della necessità di una soluzione da parte dello Stato a questa problematica.
Sul punto sono intervenuti anche Alberto Soramel (Pd) che si è soffermato sul modello dell’accoglienza diffusa, Arnaldo Scarabelli (Pd) ha ricordato invece le varie esperienze di accoglienza in regione, i movimenti dei profughi e l’impegno del Ministro Minniti; Daniela Corso (Pd) che, nel rilevare la delicatezza dell’argomento, ha anche precisato come “le situazioni critiche si superano affrontando con serietà e senza parlare alla pancia della gente seminando sentimenti di terrore. L’unica strada è integrazione e noi dobbiamo fare la nostra parte”.